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Liquidati Berkut, i nemici di Maidan

Sciolte teste di cuoio. Umiliate a Leopoli, "eroi" per russofoni

26 febbraio, 18:24
I Berkut durante i giorni della rivolta
I Berkut durante i giorni della rivolta
Liquidati Berkut, i nemici di Maidan

KIEV - La rivoluzione ucraina cancella anche i Berkut, i famigerati agenti anti sommossa accusati di uccisioni, sequestri e torture nella protesta filo europeista del Maidan. Senza neppure attendere il nuovo governo, il ministro dell'interno ad interim Arsen Avakov ne ha decretato lo scioglimento. ''I Berkut non esistono più'', ha annunciato sulla sua pagina Facebook. Erano loro - nel racconto di Maidan - il volto feroce della repressione del potere di Viktor Ianukovich, la punta di lancia della macchina della brutalità contro i manifestanti: sono ormai numerosi filmati e foto che li immortalano mentre sparano proiettili veri, anche con fucili di precisione, contro la folla.

Il bilancio finale - nel fuoco incrociato con i gruppi armati della protesta - è stato alla fine di 83 morti, tra cui anche una quindicina di poliziotti. Le teste di cuoio ucraine erano come un Giano bifronte: ''eroi'' nelle regioni russofone sud-orientali, quelle dove Ianukovich aveva la sua roccaforte economica ed elettorale, ''mostri'' nell'Ucraina centro-occidentale, quella filo europea o nazionalista. A Leopoli, ad esempio, i manifestanti li hanno costretti ad inginocchiarsi per chiedere scusa del loro operato a Kiev. Da oggi tutti i 5000 mila Berkut sono senza un lavoro, tanto che in Russia ci si preoccupa per la loro sorte, meno per la fine del loro arsenale.

Aleksandr Zhilkin, governatore di Astrakan, sud della Russia, ha offerto loro ospitalità via Twitter, mentre molti imprenditori locali si sono già dichiarati pronti ad assumere le 'teste di cuoio'. Persino un leader mite come Serghiei Mironov, capo del partito di centrosinistra Russia Giusta, ha lanciato un appello alle autorità russe affinché ai 'Berkut' sia concessa la cittadinanza russa e offerto un lavoro, magari assorbendoli tra i loro omologhi russi Omon, nome sopravvissuto all'epoca sovietica. Prima, in fondo, si chiamavano anche loro così. Poi con l'Ucraina indipendente cambiarono nome.

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