In quasi 27 anni 248 viaggi in Italia e nel mondo
03 maggio, 12:51CITTA' DEL VATICANO - ''Il Papa si faglobe-trotter, anche se per questo qualche volta e' molto malvisto, per rispondere a una provocazione che la Chiesa ha avutodallo Spirito Santo con il Concilio Vaticano II, per assolvereun compito nuovo: tutta la Chiesa deve comprendersi e vedersi inmodo nuovo, piu' approfondito, in tutto il mondo e il Papa devefarsi protagonista di tale compito''. Cosi' su un aereo che il16 ottobre 1989 lo riporta a Roma dalle isole Mauritius GiovanniPaolo II spiega perche' sente come un ''dovere'' il fatto digirare il mondo. Dovere assunto seriamente visto che in oltre ventisei anniKarol Wojtyla ha viaggiato, nel mondo e in Italia, piu' diottocento giorni, percorrendo un milione eduecentoquarantasettemila e seicentotredici chilometri, cioe'3,24 volte la distanza tra la Terra e la Luna e piu' di 30 voltela lunghezza della circonferenza terrestre. Ha visitato 129paesi diversi. Due le mete agognate e mai raggiunte: la Cina eMosca, finora precluse anche al suo successore Benedetto XVI.
Duecentoquarantotto ''missioni'' fuori del Vaticano e di Castel Gandolfo, 104 all'estero e 144 in Italia. Elettonell'ottobre del '78, Wojtyla parte per il suo primoviaggio pastorale all'estero il 25 gennaio 1979, destinazione Repubblica domenicana, Messico e Bahamas. Ultimo viaggio internazionale e' quello a Lourdes del 14-15 agosto 2004. Paolo VI, primo papa a fare un viaggio extraitaliano in epoca moderna, era stato nove volte fuori d'Italia, a partire dal suoviaggio in Terra Santa effettuato durante il Concilio VaticanoII. La prima missione in Italia di papa Wojtyla avviene tredici giorni dopo l'elezione: il 29 ottobre del '78 il neopapa e' aMentorella, in provincia di Roma, per visitare l'omonimo santuario e pregare la Madonna delle grazie, in un luogo che,dice in quell'occasione ai fedeli, ''mi ha aiutato a pregaredurante i miei precedenti soggiorni a Roma''. Il 144mo e ultimoviaggio italiano e' invece a Introd, per le vacanze montane del luglio 2004.
Giovanni Paolo II ha visitato tutte le regionidella Penisola e ne ha scelto due, il Veneto e la Val d'Aosta, per le sue vacanze estive in montagna, alternandosi a Lorenzagodi Cadore e a Les Combes. Con il passare degli anni all'immaginedel papa ''atleta di Dio'' si e' andata sostituendo quella di unKarol Wojtyla malato e sofferente, alla fine prigioniero del suocorpo e della sua fragilita' fisica, che pero' non ha rinunciatoa compiere fino in fondo la sua missione davanti a tutti ipopoli della terra. ''Il Papa - ha detto Wojtyla - deve avere una geografia universale'', e ancora: ''la mia spiritualita' e' un po'geografica''. E cosi' ha scelto il viaggio come strumento dicontatto da Roma nel mondo. I suoi viaggi hanno avuto sempre unaconnotazione pastorale, e durante ogni visita ha cercato ditracciare il senso della ''vocazione'' di una nazione nelconcerto della ''famiglia dei popoli''. Tuttavia non ha mairinunciato a incontrare governanti e diplomatici, senza timoredi compromettere la sua autorita' con personalita' orappresentanti di Stati che non rispettano i diritti umani: perWojtyla un colloquio con il papa non equivaleva ad una approvazione da parte della Chiesa. E pur dando importanza airapporti con gli Stati, Giovanni Paolo II intendeva parlaredirettamente ai popoli ed entrare in rapporto con loro, anche attraverso il canale delle autorita' costituite.
Indifferente alle critiche sui costi dei viaggi esull'immagine trionfalistica di Chiesa che rischiavano di dare,con il suo ''ministero itinerante'' Wojtyla e' stato presentesulle tante frontiere del cattolicesimo contemporaneo e delmondo, e il viaggio e' divenuto un mezzo per incontrare ipopoli, parlare con i vescovi, dialogare con i cristiani e i noncristiani. Il Papa non ha guardato piu' la Chiesa solo da Roma eil consueto mondo vaticano, delle cerimonie pontefice e dellaamministrazione, ha ceduto il passo a scenari piu' lontani.