VIDEO Pd-M5S - La guerra dello streaming
19 febbraio, 20:37Archiviata l'era dei 'cittadini' Crimi e Lombardi, archiviati pure Bersani e Letta, Beppe Grillo "cambia verso" alle consultazioni in streaming. Davanti a un comunicatore del calibro di Matteo Renzi ("Giro canale e ogni volta ci sei tu") il leader dei 5 Stelle gioca la carta della sua esperienza, indossa giacca e cravatta, e relega i parlamentari al ruolo di comparse. In uno "show" che il premier incaricato cerca invano di fermare, ma da cui non si fa scomporre. Dieci minuti di battibecco ad alta intensità, con la limpida strategia di non far parlare l'avversario. Per poi alzarsi e dire: "E' finita, caro". Stretta di mano. Sipario.
Sono irriconoscibili, le consultazioni in streaming dell'era Grillo. E' sempre un match Pd-M5S. Stesso tavolo, stessa tappezzeria dorata. Ma cambiano i toni, i protagonisti, il copione. Ed è tutta un'altra storia.
Il 27 marzo 2013 gli allora 'dilettanti' Vito Crimi e Roberta Lombardi vincono ai punti - questo fu il giudizio dei commentatori - il confronto con Pier Luigi Bersani.
Il 25 aprile 2013 Enrico Letta, che era al fianco di Bersani la prima volta, si prende la rivincita su quegli stessi avversari.
In questo 19 febbraio 2014, di fronte a Renzi, "giovane" ma dotato di piglio da rottamatore, Grillo decide di non lasciar parlare i suoi cittadini-capigruppo (che intanto sono cambiati e si chiamano D'Incà e Santangelo) e trasformare il confronto in rissa, le consultazioni in "non consultazioni".
La prima volta, da entrambi i lati del tavolo si avverte l'imbarazzo della telecamera. Tono di voce basso, parlata pacata, Crimi e Lombardi in 19 minuti snocciolano "all'onorevole Bersani" i capisaldi del pensiero grillino, per declinare il suo invito a "prendersi un pezzettino di responsabilità" di governo. Ma mantengono sempre un contegno da "consultati", anche quando fanno battute piccate come il "Non siamo a Ballarò" di Lombardi. La seconda volta, la delegazione grillina ripete il copione, i temi, il refrain del "no" al governo. Ma appare un po' in difficoltà quando Enrico Letta, fatto tesoro dell'esperienza del predecessore, negli oltre 50 minuti di colloquio lancia i suoi dardi avvelenati: "Scongelatevi, mescolatevi", incalza gli M5s. Questa volta, Grillo vuole che le consultazioni neanche vadano in scena. E così, quando gli iscritti al Movimento decidono che si deve andare a incontrare Renzi, prende in carico il match e prende posto tra gli stucchi della Camera. Renzi, per nulla intimorito, lo accoglie in maniche di camicia. E fa subito capire di sapere bene chi ha davanti: "Non vi chiediamo accordi vecchio stile". Il segretario Pd vorrebbe illustrare il suo programma. Ma il leader M5s non ci pensa proprio ad ascoltare. "Posso interrompere un sacco? Perché...", attacca subito Grillo. "Beppe però bisogna parli io, poi parli te. Facciamo un po' per uno per correttezza". "No". "Questo non è il trailer del tuo show, Beppe". "Ma va". I due si danno del tu e se le danno di santa ragione. Tant'è che a un certo punto Delrio e Guerini, che affiancano Renzi, mostrano segni di nervosismo. "Buoni. Stiamo parlando di uno dei più grandi. Sta cercando di provocare. Lasciatelo fare", li stoppa il sindaco. Replica del comico: "Sei un ragazzo, se volessi provocarti andresti in giro in mutande". Avanti così, per dieci minuti. Finché Grillo si alza. Si alza pure Renzi. "E' finita, caro". "E' finita". Mai stati così d'accordo.