Percorso:ANSA.it > Videostory Spettacolo > News

Tv: sul set di Gomorra, Sollima 'ma non e' il film'

Tv, sul set di Gomorra - La serie 07 giugno, 14:01

dell'inviata Nicoletta Tamberlich

NAPOLI - Ore 00.15, san Vitaliano, provincia di Napoli, esterno notte, gli uomini di Pietro Savastano si preparano a fare un'incursione nel deposito di smistamento hashish gestito dal clan di Conte, che sta infrangendo tutte le regole, arriva un auto a tutta velocità... investe e uccide una sentinella, piomba sgommando la seconda autovettura... spari, urla ma è un imboscata... altri morti, una carneficina. Il regista Stefano Sollima (Romanzo Criminale la serie, Acab) gira un momento significativo dell'attesissima serie Sky Gomorra, che sarà sugli schermi tv nel 2014 su Sky Cinema ma non solo. La fiction, prodotta da Cattleya insieme con Fandango e la tedesca Beta, sarà in onda successivamente anche su La7: la rete di Urbano Cairo si è accaparrata l'esclusiva in chiaro di questa serie che ha fatto discutere sin dal momento in cui il progetto ha visto la luce. Trenta settimane di riprese, ambientate principalmente a Napoli e dintorni, comprese Scampia e Secondigliano, con alcune giornate di set anche a Barcellona, Milano e Ferrara. Gomorra, oltre che Sollima, che ha un ruolo di supervisione artistica, vede dietro la macchina da presa anche Francesca Comencini e Claudio Cupellini che firmano parte dei 12 episodi. Una produzione imponente, spiega Andrea Scrosati Vice President Cinema, Intrattenimento e canali partner Sky, "realizzata in collaborazione con partner internazionali e con potenzialità per varcare i confini del mercato italiano". A chi fa notare se la serie Gomorra non rischi di creare eroi negativi, Scrosati replica: "No, è una parabola discendente, dove i protagonisti sono alla fine segnati da un destino di morte. Detto questo, da quando esiste il cinema, viene rappresentata la realtà. Sono polemiche sterili che non portano da nessuna parte". Riccardo Tozzi, presidente di Cattleya, insiste: "Questa è una serie ad altissimo livello cinematografico, che sono convinto non piacerà affatto agli esponenti di camorra".

Domenico Procacci di Fandango, che aveva prodotto il film di Garrone, aggiunge: "Siamo stati molto attenti, a non creare eroi negativi. I personaggi sono in questo caso di fantasia, ma più che verosimili". E aggiunge Nils Hartmann, Direttore Produzioni Originali Sky, "non è un caso se abbiamo impiegato tre anni a scrivere questa serie. Una struttura narrativa da lunga serialità, che iscrive idealmente nel novero dei grandi racconti contemporanei". Gomorra - La serie vede la sceneggiatura affidata a Stefano Bises, Leonardo Fasoli, Ludovica Rampoldi e allo stesso Sollima, con la direzione artistica di Roberto Saviano. Ma con il romanzo di Saviano ha poco a che fare, come spiega lo stesso Bises: "I tempi sono cambiati, è stata attualizzata, i personaggi sono di fantasia anche se reali. La realtà, non dimentichiamolo, supera sempre la fantasia. Roberto ci ha aiutato, ha vigilato affinché il prodotto fosse credibile e soprattutto non si creasse il rischio di avere degli eroi negativi".

Una serie, tiene a far notare Sollima, che nulla ha a che vedere con il film di Matteo Garrone. "L'ho amato molto, ma qui non ci sarà neanche un frammento che lo ricordi. Il romanzo di Saviano - spiega Sollima - è un film talmente complesso di 700 pagine da cui era possibile fare altre 10 serie, ampliando il discorso. Abbiamo cercato un formula narrativa che ci consentisse di raccontare le organizzazioni criminali, in questo caso attraverso una famiglia, 12 episodi di un clan, una formula abbastanza classica e orizzontale, ma in ogni puntata verrà raccontato uno degli aspetti dei clan e uno dei protagonisti, questo consentirà una continua variazione del fuoco del racconto". Alla base della scrittura c'é la profonda e accurata ricerca che Saviano porta avanti da anni, indagando le dinamiche criminali di un territorio complesso e stratificato. Un'analisi incessante delle ragioni storiche, delle ricadute sociali, economiche e politiche delle mafie, delle forze che quel male lo combattono spesso a rischio della propria vita, di come si è evoluto lo scenario criminale in questi ultimi anni. Il ciak è già stato dato da marzo ma solo da qualche settimana il presidente dell'ottava municipalità Angelo Pisani ha dato un sì a girare scene anche a Scampia dopo una iniziale contrarietà, legata al timore che la serie tv avrebbe dato un colpo di grazia a quella zona della periferia di Napoli, associando definitivamente Scampia al regno di Gomorra. "Una difficolta solo inziale", aggiunge il regista, "la popolazione ci ha accolto bene". Il progetto televisivo, aggiunge Sollima, "parte da una storia del tutto originale, un monumentale arco narrativo che racconta in maniera avvincente e spettacolare il destino di due grandi famiglie. L'affresco di una realtà nella quale è difficile distinguere il bene dal male e i valori seguono spesso logiche perverse, dettate dall'istinto di sopravvivenza. Non solo logiche criminali: nella serie trovano spazio anche le dinamiche e i legami familiari tipici della grande saga televisiva".

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA