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ANSAcom - In collaborazione con MSD ITALIA
115 milioni di euro di costi in più rispetto a quelli attuali e 4 mesi di vita in buona salute persi per i pazienti. Sono questi i 'costi' che il servizio sanitario e i malati pagherebbero per il mancato o ritardato accesso ai benefici connessi al Fondo per i Farmaci innovativi limitandosi solo al caso del tumore al polmone. Lo ha ricordato la presidente e amministratrice delegata di Msd Italia Nicoletta Luppi nel corso del convegno "Inventing for lung. Il contributo dell'Innovazione per il trattamento del tumore al polmone", promosso da Msd Italia.
Il riferimento è alla misura, contenuta nella legge di bilancio, che esclude dall'accesso alle risorse del Fondo per i farmaci innovativi le nuove indicazioni che giungono dopo 6 anni dalla data del primo riconoscimento dell'innovatività al farmaco.
"Riconosciamo e apprezziamo l'attenzione del Governo nel rivedere il meccanismo del Fondo per i Farmaci Innovativi, in particolare utilizzando parte delle risorse previste per l'acquisto dei farmaci a innovatività condizionata. Tuttavia, è essenziale garantire che l'accesso alle cure innovative non sia limitato da vincoli temporali rigidi", ha affermato Luppi."Escludere dai benefici del Fondo le indicazioni terapeutiche per cui l'istanza di negoziazione viene presentata oltre 6 anni dalla prima attribuzione dell'innovatività, rischia di compromettere i progressi raggiunti fino ad oggi", ha aggiunto l'amministratrice delegata di Msd Italia, che ha chiesto al Governo di rivedere la misura espungendola dal testo o estendendo a 10 anni l'attuale limite di 6.
Il limite temporale, inoltre, riduce l'attrattività dell'Italia agli occhi delle imprese: "La prospettiva di non poter accedere ai benefici concessi dal Fondo rappresenterebbe un sostanziale disincentivo per le aziende innovative a investire in ricerca clinica in Italia", ha aggiunto.
Luppi ha inoltre ribadito la sofferenza delle imprese per il peso del payback, che per il 2024 si stima possa superare i 2,5 miliardi di euro. "È una spada di Damocle ingiusta che sta diventando insostenibile. Speriamo che si intervenga per ripensare la governance del settore farmaceutico affinché di payback non si debba più parlare", ha concluso Luppi.
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