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ANSAcom - In collaborazione con MSD ITALIA
Quando si tratta di accesso ai
medicinali oncologici, i cittadini italiani sono tra quelli che
godono di maggiori diritti in Europa. Il nostro Paese ha infatti
un tasso di rimborsabilità delle nuove terapie anticancro pari
all'83%, secondo solo alla Germania (96%) e ben prima di Francia
(67%) e Spagna (60%). Anche i tempi di accesso alle cure
innovative, dopo l'approvazione dell'Agenzia europea dei
medicinali (Ema), sono migliori della media continentale: 417
giorni. È un attesa ancora troppo lunga per i pazienti, ma è
comunque inferiore rispetto ai 559 giorni della media Ue, così
come di quelli di Paesi simili come la Francia (548) e della
Spagna (725). Sono alcuni dei risultati emersi da un'analisi
condotta dallo Swedish Institute for Health Economics (Ihe)
presentata a Roma nel corso del convegno "Inventing for lung. Il
contributo dell'Innovazione per il trattamento del tumore al
polmone", promosso da Msd Italia.
"Il sistema regolatorio italiano - spiega la presidente di
Salute Donna Odv Anna Maria Mancuso - ha caratteristiche uniche
in Europa, perché dopo l'approvazione di Aifa richiede la
valutazione delle commissioni locali per l'inserimento dei nuovi
farmaci nei Prontuari Terapeutici Regionali". Ciò determina
ritardi nell'accesso alle terapie. "Il Fondo per i farmaci
innovativi ha permesso di ridurre i tempi di latenza. È stato
infatti garantito un accesso tempestivo a un numero crescente di
trattamenti oncologici innovativi, in modo uniforme su tutto il
territorio, eliminando le disparità regionali", aggiunge.
Il rapporto, tuttavia, non nasconde le criticità, per esempio
l'insufficiente utilizzo del Fondo. Per esempio, nel 2023, a
fronte di un budget di 1 miliardo e 200 milioni di euro, sono
stati spesi 770 milioni, con un avanzo di 430 milioni. L'anno
precedente non erano stati utilizzati 172 milioni; nel 2021 lo
scarto era stato di 286 milioni.
Il mancato utilizzo di una parte delle risorse non permette
di godere pienamente di questo meccanismo. Per questo il report
propone, da un lato, di includere nel Fondo i farmaci a
innovatività condizionata (finora non rimborsati dal Fondo) e,
dall'altro, di mantenere gli incentivi del Fondo affinché le
aziende farmaceutiche concentrino le ricerche sull'innovazione.
"L'Italia è tra i primi paesi in Europa nell'accesso ai
farmaci oncologici innovativi, grazie al ruolo decisivo del
Fondo per i Farmaci Innovativi, il quale ha garantito un accesso
equo e tempestivo ai trattamenti avanzati, ridotto le disparità
nell'accesso e incentivato le aziende farmaceutiche a investire
ancora di più in innovazione", ha commentato Thomas Horfmacher,
research director di Ihe. In parte queste misure sono contenute
nell'ultima legge di bilancio. "Accogliamo con piacere la
notizia che il Governo italiano intende includere nel Fondo i
farmaci con innovatività condizionata assicurandone di fatto la
disponibilità. È tuttavia cruciale preservare gli incentivi che
derivano dal Fondo lungo l'intero ciclo di vita dei prodotti,
così da promuovere la scoperta di nuove applicazioni cliniche e
massimizzare l'impatto terapeutico dei farmaci già oggi
disponibili", ha concluso Horfmacher.
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