"I fatti non sussistono": con questa
formula, nella tarda serata di ieri, il Tribunale di Palmi ha
assolto dalle accuse contestate nel corso dell'Operazione Faust
che scattò nel gennaio 2021 e portò all'arresto di 49 persone,
l'ex sindaco di Rosarno Giuseppe Idà, che fu arrestato con
l'accusa di scambio elettorale politico mafioso. L'arresto
provocò lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune.
La sentenza è arrivata dopo 8 ore di camera di consiglio ed a
pronunciarla è stato il presidente del collegio Francesco
Petrone. Si tratta del processo con il rito ordinario che si è
celebrato davanti al Tribunale e che vedeva alla sbarra numerosi
inputati tra i quali esponenti del presunto clan Pisano di
Rosarno.
La sentenza dispone la condanna per 16 persone per alcuni
capi di imputazione e l'assoluzione per altri capi di
imputazione per altre 22 persone. Tra le pene più alte inflitte
quella a 28 anni di reclusione a Giuseppe Pace, a 14 anni e un
mese Angela Pace, a 13 anni e sei mesi a Domenico Pepè. Sergio
Gambardella a 13 anni di reclusione, a 7 anni di reclusione per
Domenico Pisano e 5 anni a Salvatore Pisano.
All'ex sindaco Idà vennero concessi allora gli arresti
domiciliari e il divieto di dimora nel comune di Rosarno. Il suo
coinvolgimento in quell'inchiesta provocò le sue dimissioni da
sindaco seguite poi da quelle dei consiglieri di maggioranza e
portò pochi mesi dopo allo scioglimento per mafia del Consiglio
comunale.
Idà era accusato di avere accettato la promessa di voti dalla
cosca Pisano in cambio dell'assegnazione al consigliere comunale
Domenico Scriva, dell'assessorato ai lavori pubblici o,
comunque, dell'attribuzione di un altro incarico di prestigio.
Domenico Scriva è stato anch'egli assolto dalle accuse.
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