Nicola Rosset ha scelto Milano e il
ristorante Il Liberty per presentare, con le descrizioni
dell'enologo Matteo Moretto, i suoi vini che provengono da una
delle regioni vitivinicole più complesse d'Italia: la Valle
D'Aosta. Terra dove il clima arido e i terreni poveri richiedono
alle viti di adattarsi a condizioni estreme. Una viticoltura
eroica, praticata su ripidi terrazzamenti che necessita di
minuzioso e quotidiano lavoro per resistere a queste sfide e
riuscire a produrre vini di elevata qualità e preciso carattere.
L'Azienda Agricola Rosset Terroir nasce nel 2001 quando la
famiglia Rosset decide di trasferire la propria esperienza
secolare nel campo della distillazione alla viticoltura.
Il progetto inizia con tre ettari di vigneto a Saint Christophe,
dove vengono piantati Chardonnay, Syrah e l'autoctono Cornalin.
La cantina cresce rapidamente, arrivando a 12 ettari e una
produzione annua di circa 50.000 bottiglie. Ma sono i vigneti
acquisiti nel 2017 e situati alla ragguardevole altezza di oltre
900 metri a donare al vitigno "Petit Arvine" una notevolissima
eleganza, dotata di forte identità di montagna e impreziosita
dalla parte di lavorazione in anfora.
Nella degustazione milanese le annate 2020, 2021 e 2022 hanno
dimostrato caratteristiche di freschezza, mineralità e
struttura, accompagnate da un panorama olfattivo di bel fascino.
I rossi non sono da meno per l'ottimo equilibrio del blend e per
la resa di piacevolezza e snellezza del sorso del Cornalin,
anch'esso vitigno autoctono valdostano.
Di raffinata matrice e bella struttura anche il Syrah "di
montagna" che si accomuna al bianco per il passaggio in anfora.
L'azienda, attualmente in conversione biologica, adotta tecniche
di agricoltura sostenibile, evitando l'uso di prodotti chimici
dal 2014 e facendo affidamento in cantina su materiali naturali
come legno e terracotta.
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