L'accordo Ue-Mercosur, siglato nei giorni scorsi, "rischia di spalancare le porte europee ad alimenti che non rispettano gli standard in vigore in ambito comunitario e di danneggiare lavoratori, consumatori e ambiente". E' la tesi di Slow Food Italia, che ha aderito all'appello 'Stop Eu-Mercosur Now', già firmato da 400 associazioni a livello internazionale.
"Un esempio è la carne bovina - spiega Slow Food : dal Mercosur, ne entreranno nell'Ue 99mila tonnellate (di cui il 55% fresca e il 45% congelata) con dazi doganali del 7,5%. Le istituzioni europee tentano di essere rassicuranti, spiegando che il volume rappresenta l'1,6% della produzione totale di carne bovina europea, ma i dubbi sulla bontà di un'operazione di questo genere rimangono".
L'associazione dei 'cibo buono, pulito e giusto', porta la testimonianza del veterinario Sergio Capaldo, presidente del consorzio di allevatori La Granda, tra i produttori del Presidio Slow Food della razza bovina piemontese: "in molti Paesi del Mercosur antibiotici e ormoni della crescita somministrati al bestiame sono consentiti o regolamentati in maniera più blanda rispetto all'Europa".
Secondo Slow Food "già oggi sono in vigore due pesi e due misure: senza le cosiddette clausole specchio, da mesi richieste a gran voce da Slow Food e da altre associazioni della società civile, in Brasile si continuano a somministrare agli animali sostanze che alle nostre latitudini sono da tempo proibite" Slow Food fa notare, infine, che "l'accordo non prevede soltanto l'importazione in Europa di carni bovine, ma anche di pollame (180mila tonnellate che entreranno senza l'applicazione di dazi), miele (45mila tonnellate, con quello proveniente dal Mercosur che soddisfa quasi il 10% della richiesta interna dell'Ue), riso (60mila tonnellate duty-free, il 2% di quello consumato a livello comunitario)".
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