ORVIETO (TERNI) - Il complesso archeologico del Pozzo della Cava di Orvieto è stato incluso nella Rete mondiale dei musei dell'acqua dell'Unesco. Dopo il Pozzo di San Patrizio, entrato lo scorso anno assieme al sistema dei cunicoli etruschi della rupe, anche i sotterranei del quartiere medievale sono a pieno titolo all'interno dell'iniziativa-faro dell'Organizzazione delle nazioni unite per l'educazione, la scienza e la cultura.
La Rete mondiale dei musei dell'acqua è una delle "iniziative faro" del Programma idrologico intergovernativo dell'Unesco, nonché l'unica gestita dall'Italia. Il suo scopo è quello di promuovere il valore dei patrimoni dell'acqua ereditati, sia culturali che naturali, nell'ambito dell'Agenda 2030. È una Rete che oggi comprende quasi 80 musei e istituzioni di 30 diversi Paesi sparsi su quattro continenti.
In Italia i membri sono 18 ed Orvieto è una delle poche città al mondo a poter vantare due siti annoverati nell'elenco.
"Inutile dire che siamo particolarmente felici di essere stati inseriti all'interno della Rete dei musei dell'acqua e di essere stati ammessi in autonomia, dato che il nostro complesso archeologico copre da solo oltre duemila anni di ritrovamenti legati alla ricerca e alla conservazione dell'acqua ad Orvieto e ben quattro differenti tipologie: l'acqua sorgiva del pozzo, quella piovana della cisterna etrusca, le infiltrazioni raccolte dai cunicoli, anch'essi etruschi, e l'acquedotto medievale, per cui le nostre fornaci hanno prodotto i tubi in terracotta", ha spiegato il gestore del Pozzo, Marco Sciarra. "Pur non nascondendo una punta di orgoglio, ci teniamo a ribadire che questo importante riconoscimento non è un punto di arrivo, ma di partenza: ci impegniamo, infatti, a collaborare sia all'interno della rete che nel nostro territorio per un eco-turismo esperienziale basato sull'acqua come risorsa preziosa", ha aggiunto".
"Lo faremo rafforzando le convenzioni storiche, come quella con il Comune di Orvieto e Sistema museo per uno sconto reciproco sui biglietti di ingresso ai due pozzi di Orvieto, sia con gli altri sotterranei, come Orvieto Underground e il Labirinto di Adriano", ha concluso Sciarra.
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