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Rapporto Italiani nel Mondo, 'basta paure su cittadinanza'

Rapporto Italiani nel Mondo, 'basta paure su cittadinanza'

'Arrivato il momento per un dibattito serio, non ideologizzato'

ROMA, 05 novembre 2024, 11:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Da almeno vent'anni nel nostro Paese il dibattito sulla cittadinanza non trova compiutezza né per quanto concerne i connazionali che abitano oltreconfine né per chi è nato, vive, studia, lavora da diverso tempo in Italia" mentre serve "una cittadinanza attiva, partecipata e inclusiva".
    Lo sottolinea il 19/esimo Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, curato dalla sociologa delle Migrazioni, Delfina Licata, presentato oggi.
    "Oggi assistiamo a una sorta di distribuzione scalare dei diritti di cittadinanza nel mondo della mobilità e delle migrazioni - si legge nelle conclusioni del Report -. La cittadinanza è vista in una sorta di gironi concentrici: nel primo ci sono i cittadini comunitari, i cui diritti sono regolati secondo il principio della reciprocità; nel secondo i cittadini non comunitari, dove valgono accordi bilaterali, convenzioni, patti coloniali; nel terzo ci sono i rifugiati, i richiedenti asilo, gli apolidi, fino ad arrivare agli irregolari. In questo senso qualcuno ha parlato di 'cittadinanze' più che di cittadinanza. Per questo è importante - si legge ancora -, a partire dalla pari dignità delle persone, e dal superamento di ogni forma di esclusione sociale, costruire percorsi di cittadinanza che aiutino a rileggere l'uguaglianza sociale delle persone".
    "La base di questa costruzione è l'educazione e l'educazione parte dalla conoscenza", sottolineano gli estensori del Rapporto, "per questo motivo abbiamo dedicato l'annualità 2024 del nostro Rapporto Italiani nel Mondo al tema della cittadinanza in modo da stimolare una riflessione su un dibattito da troppo tempo ancorato su posizioni ideologiche e di parte". Tuttavia, se "la mobilità va governata, non negata o fermata", si rileva anche che "non è sufficiente identificare e conoscere; occorre incontrare e accompagnare per costruire una relazione costruttiva e risolutiva. Solo l'incontro aiuta a costruire relazioni che vincono la paura, aprono al confronto, invitano al dialogo. E l'incontro deve valorizzare la famiglia, le nuove generazioni sempre più interculturali e con background migratorio che richiedono protagonismo, cittadinanza e partecipazione".
   

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