Dopo aver sparato sette colpi di
pistola in direzione di Mauro Di Giacomo, sei dei quali andati a
segno, Salvatore Vassalli avrebbe "verosimilmente" raggiunto la
vittima "quando era a terra inerme" e l'avrebbe colpita quattro
volte alla testa, presumibilmente con il calcio dell'arma, e
"anche alla mano destra, forse mentre cercava di proteggersi". I
"colpi mortali" raggiunsero l'aorta e i polmoni di Di Giacomo,
causandone il decesso "in pochi minuti". È quanto detto oggi
nell'aula della Corte d'Assise di Bari dal professor Francesco
Introna, direttore dell'istituto di Medicina Legale del
Policlinico di Bari. Introna è stato ascoltato nel corso di
un'udienza del processo in cui Vassalli, 59enne operaio di
Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trani), è imputato per
l'omicidio del fisioterapista Mauro Di Giacomo, ucciso la sera
del 18 dicembre 2023 a pochi metri dalla sua casa nel rione
Poggiofranco di Bari. A Vassalli sono contestate le aggravanti
della crudeltà, della premeditazione, della minorata difesa (la
vittima in quel momento non era nelle condizioni di difendersi,
trovandosi con due buste della spesa e uno zaino tra le mani) e
dei futili motivi.
Introna è stato ascoltato in qualità di medico legale che ha
compiuto l'autopsia sul fisioterapista. Vassalli, secondo quanto
raccontato dal medico, avrebbe esploso un primo colpo da
distanza di circa 30 centimetri, prima di esploderne altri due
"in rapida successione" da distanza ancora inferiore, che
colpirono il fisioterapista al volto. I colpi sarebbero stati
sparati tutti quando Di Giacomo era ancora in piedi e la
vittima, sempre secondo il racconto di Introna, si sarebbe
girata prima di cadere, fratturandosi l'omero nell'impatto con
il suolo. "Non ho segni che mi giustificano una colluttazione
tra due persone", ha concluso il medico rispondendo a una
domanda dell'avvocato Michele D'Ambra, difensore di Vassalli.
Il processo continuerà nella prossima udienza del 3 dicembre,
data in cui verranno ascoltati alcuni testimoni oculari
dell'omicidio. La moglie e i figli del fisioterapista sono
assistiti dagli avvocati Antonio Del Vecchio e Michele Laforgia.
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