La procura di Prato ha
assegnato 60 giorni di tempo ai consulenti incaricati di
consegnare una relazione sul deposito Eni di Calenzano
(Firenze). Di conseguenza l'impianto resta sotto sequestro e
rimangono interrotte tutte le attività di approvvigionamento,
stoccaggio e distribuzione di carburanti e altri prodotti
petroliferi. E' quanto si apprende dopo il primo sopralluogo
tecnico tenuto stamani dagli inquirenti con gli esperti
incaricati di redigere una relazione tecnica sull'impianto
industriale. La stessa procura di Prato ha organizzato il lavoro
dei consulenti suddividendolo in due collegi distinti. Uno è
formato dagli specialisti di esplosivi (due professionisti),
l'altro collegio è fatto da tecnici esperti di impianti
industriale e di sicurezza sul lavoro (quattro periti).
Secondo quanto emerge la procura sta lavorando per
individuare condotte attive o passive nel deposito, tali che
abbiano eventualmente contribuito a cagionare il danno. Quindi,
sempre secondo quanto si apprende ai margini dell'inchiesta, si
profilano diverse, possibili, posizioni di garanzia. In
particolare, emerge che gli inquirenti stanno cercando di
comprendere sia i rischi generici sia i rischi specifici, ovvero
quelli derivati dalla gestione e quelli dovuti all'attività nel
cantiere, operazioni diverse, o svolte da chi gestiva l'area o
svolte da operatori sul posto.
Sono tre corsie di carico, la 5, la 6, la 7 - dette baie,
nel gergo merci - una vicina all'altra, quelle su cui si sta
concentrando, secondo quanto appreso, l'interesse della procura
di Prato per accertare le manutenzioni in corso la mattina
dell'esplosione al deposito Eni di Calenzano (Firenze). Secondo
un'ultima ricostruzione, la baia 6 è quella dov'è avvenuta
l'esplosione; la corsia 7 è quella dove c'era un'autocisterna;
alla baia 5 era prevista una manutenzione all'aspirazione dei
vapori. Invece risulta che tra la corsia 6 e la 7 al momento
dello scoppio era in corso una manutenzione a una condotta di
carico dei carburanti. Inoltre, riguardo alla baia 5 è da
stabilire, anche con l'ausilio dei consulenti, se la
manutenzione era già iniziata quando c'è stata l'esplosione, o
se l'intervento agli aspiratori di gas e vapori doveva ancora
cominciare, come invece ha sostenuto l'Eni. Comunque sia, questa
manutenzione straordinaria sul sistema di recupero dei vapori
era prevista la mattina del 9 dicembre insieme all'altra alla
condotta di carico dei carburanti, tra la corsia 6 e la 7.
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