(di Francesca Chiri)
Un viaggio lungo le trasformazioni
culturali e sociali dell'Italia, il racconto di una visione, di
un'impresa che ha segnato la memoria, e il presente, degli
italiani, l'unificazione di fatto tra Nord e Sud del paese. A
sessant'anni dalla inaugurazione dell'opera, il ministero della
Cultura e l'Archivio Storico Luce Cinecittà mettono in mostra
alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, dal 4
dicembre fino al 28 febbraio 2025, la storia dell'Autostrada del
Sole, dalla posa della prima pietra nel 1956 fino
all'inaugurazione nel 1964.
Una mostra in cui c'è il presente, attraverso le fotografie
di Luca Campigotto, Silvia Camporesi e Barbara Cannizzaro, che
dialoga con le immagini storiche provenienti dall'Archivio Luce.
L'esposizione è parallela a quella in corso alla Gnam-C sul
Futurismo e, spiega la direttrice della Galleria, Renata
Cristina Mazzantini, si collega all'altra mostra che racconta
anche l'eredità culturale del Movimento. Soprattutto le unifica
il focus non solo sull'innovazione ma sul concetto di
"cambiamento e annullamento dello spazio e del tempo: cambia il
ritmo della vita e con quello che ha fatto Autostrade per unire,
per permettere uno scambio di merci, persone e idee, possiamo
dire di essere di fronte ad un'impresa che possiamo definire
artistica, perché è di opere e di ingegno che parliamo".
La realizzazione dell'opera, completata in soli otto anni, in
anticipo rispetto alle tempistiche previste, è ancora una
testimonianza delle sfide ingegneristiche, economiche e
organizzative affrontate e superate con successo. Il viaggio,
documentato con le foto in mostra, iniziò il 19 maggio 1956 a
San Donato Milanese, alla presenza del presidente della
Repubblica Giovanni Gronchi, e si concluse il 4 ottobre 1964 a
Firenze, con l'inaugurazione da parte del presidente del
Consiglio Aldo Moro. E il cui progetto era stato addirittura
esposto al Moma tanto era all'avanguardia. Ma l'Autosole è stata
anche un set di opere cinematografiche, di capolavori come Ieri,
oggi, domani di Vittorio De Sica, premiato con l'Oscar, o
documentari come Viadotto sull'Aglio di Carlo Nebiolo. Tra le
foto c'è anche la prima stazione di ristoro "a ponte" progettata
da Angelo Bianchetti e la celebre Chiesa dell'Autostrada di
Giovanni Michelucci, un capolavoro che interpreta la mobilità
come metafora di incontro.
"Il lavoro del ministero della Cultura, dell'Archivio Storico
Luce Cinecittà e dei fotografi e artisti coinvolti vuole
celebrare il ricordo dell'intera narrazione storica che precede
e rende quest'opera un eterno simbolo dell'unità nazionale"
commenta la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni
sottolineando anche il valore "sentimentale" del ricordo di
viaggi che ciascuno di noi conserva nella memoria. E infatti,
osserva anche Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà e
curatrice della mostra, l'Autostrada del Sole è "un luogo che
non abbiamo mai smesso di attraversare, ognuno con la propria
sensibilità e il proprio sguardo. La Mostra ripercorre quel
viaggio dalla posa della prima pietra fino ad oggi, attraverso i
volti dei passeggeri e conducenti, i paesaggi poetici e i
monumenti che costeggiano la grande infrastruttura che ha unito
l'Italia".
Ma il racconto della nuova Regina Viarum è anche il racconto
della nuova Italia, quella immortalata oggi dagli scatti
dell'umanità in transito di Barbara Cannizzaro, dell'altra
Italia da andare scoprire mossi dagli scorci regalati dal
viaggio che ci mostra Silvia Camporesi e i "ritratti" quasi
astratti dell'imponente infrastruttura messi a fuoco da Luca
Campigotto.
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