"La prima parte era più contemplativa. Era la storia di un ragazzo vittima degli eventi che ha cercato di sopravvivere insieme alla madre Jessica. Questa seconda parte è più viscerale, più muscolosa, volevo fare un film più emotivo e spero che si avverta quest'emozione". Così da Londra il regista Denis Villeneuve parla di Dune 2, secondo capitolo della saga ispirata al celebre romanzo Dune di Frank Herbert, in sala dal 28 febbraio con la Warner Bros, che inizia esattamente dalla fine della prima parte. Ovvero con gli eserciti del barone Vladimir Harkonnen (Stellan Skarsgard) che hanno ripreso il pianeta desertico di Arrakis, compreso il controllo della fornitura di quella preziosa merce psicotropa nota come Spice. "Siamo passati dalla prima parte direttamente alla pre-produzione della seconda per portarla al mondo il più rapidamente possibile - sottolinea ancora Villeneuve -. Rivedere il tuo ultimo film fa sì che tu veda solo gli errori che hai fatto, almeno così capita a me. Per la prima volta avevo però una seconda chance: potevo tornare indietro, rivisitare un mondo e farlo meglio".
In questa parte due della saga Paul Atreides (Timothée Chalamet), erede della Casa Atreides in cerca di pace, e sua madre Lady Jessica (Rebecca Ferguson) fuggono nel deserto. Qui Paul incontra Chani (Zendaya), una ragazza che ha visto in premonizioni, e si unisce ai Fremen che ormai lo vedono sempre più come un messia, un predestinato sul sentiero della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Dice invece Chalamet: "Paul è la stessa persona del primo film, ma evolve. Non è più la figura infantile che abbiamo conosciuto all'inizio, è un giovane che riceve una chiamata al ruolo di guida di cui non è necessariamente entusiasta ma che abbraccia tra molti dubbi". La scena più difficile? "Il duello. L'allenamento è iniziato dal primo giorno. Ho imparato la coreografia del combattimento con il personaggio del principe di Harkonnen a Los Angeles. Austin Butler, che lo interpretava, è stato un compagno di lotta incredibile. E l'intera sequenza era semplicemente epica, non trovo altro modo per definirla". In tutto il film ci sono scontri di civiltà, un ecosistema malato in cui l'acqua è più preziosa dell'oro, il pericolo dei fondamentalismi religiosi e, infine, gli enormi vermi della sabbia del deserto che possono, con grande coraggio, essere cavalcati una volta richiamati o ingoiare interi villaggi e montagne. Dice poi Rebecca Ferguson del suo personaggio di Lady Jessica: "In questo momento è una donna che ha perso tutto - suo marito, la sua casa, la sua gente, il suo pianeta - ed è stata gettata nell'ignoto, quindi non potrebbe essere in uno stato più vulnerabile. Passa dall'essere madre protettiva a prendere il comando quando diventa una reverenda".
Sottolinea infine Zendaya del suo personaggio di Chani e della sua complicata relazione affettiva con Paul Atreides: "Lei non sapeva cosa stava entrando nella sua vita. Ha appena incontrato questo straniero, Paul Atreides, che ha battuto uno dei suoi amici, Jamis, e lui e sua madre non hanno nessun altro posto dove andare per essere al sicuro, quindi li portano con sé. Ma lei è apprensiva. Lo tratta come qualcuno che deve guadagnarsi il rispetto per essere un Fremen, quindi è un po' dura con lui. Capisce poi che lui potrebbe essere quello di cui parlano gli anziani e che dovrebbe salvarli. E poi piano piano il suo cuore inizia a sentire qualcosa mai provato prima".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA