Serena Rossi è la cover star del
nuovo numero di Vanity Fair. L'attrice italiana con una lunga
carriera alle spalle, cominciata da giovanissima, sarà la
protagonista del nuovo film di Cristina Comencini, tratto dal
romanzo di Viola Ardone, Il treno dei bambini, in uscita il 4
dicembre su Netflix e presentato in anteprima alla Festa del
Cinema di Roma. Nella lunga intervista rilasciata a Vanity Fair,
Serena Rossi racconta come questo film, ambientato tra Napoli e
Modena nel secondo dopoguerra, abbia fatto irruzione nella sua
vita - intrecciandosi con quella che è la storia della sua
famiglia - e parla della voglia di raccontare una Napoli diversa
da quella descritta nei recenti fatti di cronaca e di una
proposta, che lancia proprio attraverso le pagine del magazine a
tutti gli artisti napoletani, con l'obiettivo di portare un
messaggio di speranza e provare a cambiare le cose.
"È il tentativo di raccontare una Napoli diversa
dall'immagine che a lungo è andata di moda, quella della città
dark e violenta di Gomorra. Mi piace farmi portavoce di una
napoletanità diversa, raccontare la luce, la solidarietà, i
colori. Così come faccio con Mina Settembre, l'assistente
sociale: la gente mi ferma per ringraziarmi, perché interpreto
un'altra faccia della città".
Sui fatti di cronaca che recentemente hanno visto al centro
la sua città l'attrice osserva: "Non vivo nelle favole. Da madre
sarei preoccupata, anche perché spesso questi ragazzi sono
vittime bianche, slegate dalla camorra: questo fa ancora più
paura, perché può succedere a chiunque. Io stessa vengo da un
quartiere difficile, Miano: sarei potuta finire male anche io.
Ho visto intorno a me un sacco di coetanei perdersi, ragazzi che
abbandonavano la scuola e che vedevi girare in motorino, finiti
in brutti giri. Sono cose che nessuno ti spiega ma che capisci
subito".
Serena Rossi è convinta di essere stata "fortunata perché ho
trovato molto presto la mia strada, ma bisogna agire
collettivamente, a tutti i livelli: familiare, scolastico,
istituzionale. I ragazzi devono vedere che esistono altre
possibilità". Quanto alla volontà di creare qualcosa di
concreto, insieme ad altri artisti, per una Napoli diversa,
"sono contenta che Geolier e Gigi D'Alessio si siano esposti:
anche io voglio farlo, tutti noi artisti che veniamo da
quartieri difficili dovremmo farlo. Perché siamo un esempio:
anche noi veniamo da quei contesti, ma abbiamo fatto altre
scelte che hanno funzionato. Sarebbe bellissimo poter
organizzare un evento insieme, un concerto in piazza, per poter
portare il messaggio che già esiste una Napoli diversa, che
dobbiamo cambiare le cose. Proviamoci. La lancio attraverso
Vanity Fair", dice. E Sanremo? "Mi fa un po' ridere e un po'
arrabbiare questa cosa - tanti anni fa avevo detto che mi
sarebbe piaciuto, e da allora tutti gli anni qualcuno scrive che
mi sono proposta. Non è vero".
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