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In evidenza
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(di Paolo Petroni)
MARIA ORSINI NATALE, ''FRANCESCA E
NUNZIATA'' (SELLERIO, pp. 480 - 16,00 euro) - ''Francesca era
nata il sei gennaio del 1849. era nata su una di quelle alture
della costa amalfitana dove la terra precipita e dirupa in un
cielo capovolto, che nelle notti serene le luci delle lampare
fanno stellato''. Inizia così questo romanzo che Sellerio
ripropone a 30 anni dalla sua prima uscita e a 25 dal film per
la Tv che ne fu tratto da Lina Wertmuller con Sofia Loren e
Claudia Gerini. Un film sbagliato, che riduce a colore e
storiella schematica questo romanzo che, come dimostra anche
solo quell'inizio, ha la ricchezza di una bella, creativa
scrittura evocativa, un'attenzione anche psicologica ai
personaggi e un'ottica femminile che lo rendono di
gradevolissima lettura.
La famiglia di Francesca vive di un antico mulino che
Giuseppe, il nonno mugnaio borbonico dalle epiche sfuriate
gestisce e ha fatto diventare anche un piccolo pastificio,
contornato da tutte donne, moglie, figlie, nipoti. Sarà
Francesca tra tutte a essere contagiata dalla passione per quel
lavoro, per il mondo della pasta, alla quale il nonno ''riempiva
di grano le piccole mani'' come a darle un segno di continuità e
benedicendola con un segno di ''croce col pollice infarinato''
sulla fronte. Sarà lei a trasformare un giorno pian piano la
piccola azienda artigianale in una grande industria della pasta,
dando inizio alla storia epica, famigliare e romanzesca dei
Montorsi e della loro attività lungo l'arco di quasi un secolo,
dal 1948 appunto, dal Risorgimento al 1940 col fascismo e lo
scoppio della guerra.
Una narrazione, sempre perfettamente introdotta da quella
frase inziale, che ha un qualcosa di favolistico, di meraviglia
nel rievocare con quasi una nota di nostalgia quell'epoca e quei
luoghi a metà Ottocento. Questo tra successi, gioie e dolori e
l'innamoramento profondo per un marito che per questo permetterà
la metta nei guai, indebitandosi oltre misura e portando tutto
al fallimento. Questo comunque con la soddisfazione che arriva
dalla giovane Nunziata, figlia adottata per adempiere a un voto,
che cresce in azienda aiutandola e imparandone tutti i segreti,
così da diventare un'ottima direttrice e imprenditrice, capace
di aprire un nuovo pastificio tutto suo. Sarà lei, donna libera,
che, su invito nostalgico e per riscatto della madre adottiva,
ricomprerà la bella, storica villa che era stata della famiglia,
venduta dopo il dissesto finanziario. Poi ci saranno i suoi
figli e soprattutto una nuora, sempre un'altra donna, a dar vita
alla malinconica conclusione di questa articolata vicenda.
Una storia emblematica dell'Italia del Novecento e della sua
trasformazione economica e sociale, ma soprattutto una vicenda
di ambizione e abilità femminili che riescono a piegare a sé e
alle proprie idee e necessità un mondo solidamente costruito sul
potere maschile. Anche da questo venne il suo successo, dopo la
prima uscita nel 1995 (e poi il film), con la partecipazione al
premio Strega, la vittoria di vari altri premi, 35mila copie
vendute e traduzione in sei lingue. Eppure aveva faticato a
trovare un editore e alla fine era uscito con uno piccolo,
Anabasi, e oramai da molti anni sparito dalla circolazione,
almeno dalla morte dell'autrice nel 2010, che dopo quel gran
debutto a 77 anni aveva pubblicato altri, meno fortunati e
validi romanzi, per arrivare a un recente audiolibro della Emons
con la voce dell'attrice Anna Bonaiuto e ora a questo auspicato
ripescaggio.
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