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Torna 'Francesca e Nunziata', gran romanzo al femminile

Torna 'Francesca e Nunziata', gran romanzo al femminile

da rileggere dimenticando scialbo film di Wertmuller con Loren

ROMA, 03 gennaio 2025

Redazione ANSA

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(di Paolo Petroni) MARIA ORSINI NATALE, ''FRANCESCA E NUNZIATA'' (SELLERIO, pp. 480 - 16,00 euro) - ''Francesca era nata il sei gennaio del 1849. era nata su una di quelle alture della costa amalfitana dove la terra precipita e dirupa in un cielo capovolto, che nelle notti serene le luci delle lampare fanno stellato''. Inizia così questo romanzo che Sellerio ripropone a 30 anni dalla sua prima uscita e a 25 dal film per la Tv che ne fu tratto da Lina Wertmuller con Sofia Loren e Claudia Gerini. Un film sbagliato, che riduce a colore e storiella schematica questo romanzo che, come dimostra anche solo quell'inizio, ha la ricchezza di una bella, creativa scrittura evocativa, un'attenzione anche psicologica ai personaggi e un'ottica femminile che lo rendono di gradevolissima lettura.
    La famiglia di Francesca vive di un antico mulino che Giuseppe, il nonno mugnaio borbonico dalle epiche sfuriate gestisce e ha fatto diventare anche un piccolo pastificio, contornato da tutte donne, moglie, figlie, nipoti. Sarà Francesca tra tutte a essere contagiata dalla passione per quel lavoro, per il mondo della pasta, alla quale il nonno ''riempiva di grano le piccole mani'' come a darle un segno di continuità e benedicendola con un segno di ''croce col pollice infarinato'' sulla fronte. Sarà lei a trasformare un giorno pian piano la piccola azienda artigianale in una grande industria della pasta, dando inizio alla storia epica, famigliare e romanzesca dei Montorsi e della loro attività lungo l'arco di quasi un secolo, dal 1948 appunto, dal Risorgimento al 1940 col fascismo e lo scoppio della guerra.
    Una narrazione, sempre perfettamente introdotta da quella frase inziale, che ha un qualcosa di favolistico, di meraviglia nel rievocare con quasi una nota di nostalgia quell'epoca e quei luoghi a metà Ottocento. Questo tra successi, gioie e dolori e l'innamoramento profondo per un marito che per questo permetterà la metta nei guai, indebitandosi oltre misura e portando tutto al fallimento. Questo comunque con la soddisfazione che arriva dalla giovane Nunziata, figlia adottata per adempiere a un voto, che cresce in azienda aiutandola e imparandone tutti i segreti, così da diventare un'ottima direttrice e imprenditrice, capace di aprire un nuovo pastificio tutto suo. Sarà lei, donna libera, che, su invito nostalgico e per riscatto della madre adottiva, ricomprerà la bella, storica villa che era stata della famiglia, venduta dopo il dissesto finanziario. Poi ci saranno i suoi figli e soprattutto una nuora, sempre un'altra donna, a dar vita alla malinconica conclusione di questa articolata vicenda. Una storia emblematica dell'Italia del Novecento e della sua trasformazione economica e sociale, ma soprattutto una vicenda di ambizione e abilità femminili che riescono a piegare a sé e alle proprie idee e necessità un mondo solidamente costruito sul potere maschile. Anche da questo venne il suo successo, dopo la prima uscita nel 1995 (e poi il film), con la partecipazione al premio Strega, la vittoria di vari altri premi, 35mila copie vendute e traduzione in sei lingue. Eppure aveva faticato a trovare un editore e alla fine era uscito con uno piccolo, Anabasi, e oramai da molti anni sparito dalla circolazione, almeno dalla morte dell'autrice nel 2010, che dopo quel gran debutto a 77 anni aveva pubblicato altri, meno fortunati e validi romanzi, per arrivare a un recente audiolibro della Emons con la voce dell'attrice Anna Bonaiuto e ora a questo auspicato ripescaggio.
   

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