Una cifra fra i 200 e i 300 miliardi
di dollari all'anno è l'ipotesi che i paesi dell'Unione europea
fanno per il nuovo fondo di aiuti ai paesi in via di sviluppo
contro il cambiamento climatico, in discussione alla Cop29 di
Baku. Lo scrive il sito statunitense Politico, citando due fonti
diplomatiche della Ue.
L'Accordo di Parigi prevede un fondo di aiuti da 100 miliardi
di dollari all'anno, che scade nel 2025 e va rinnovato. A Baku,
i paesi in via di sviluppo hanno chiesto 1.300 miliardi di
dollari all'anno per il nuovo fondo, prevalentemente in
contributi a fondo perduto. L'Unione europea e gli Usa,
principali paesi donatori, puntano a una cifra più bassa e
formata non solo da donazioni, ma anche da prestiti delle banche
multilaterali di sviluppo e del settore privato.
Secondo alcuni analisti, l'ipotesi della Ue prevede un
nocciolo di 200-300 miliardi di contributi pubblici a fondo
perduto, e una cifra maggiore di prestiti a tasso agevolato
dalle banche multinazionali di sviluppo e dal settore privato,
con la garanzia degli stati. In questo modo, si potrebbe
arrivare ad una cifra complessiva di aiuti sui 1000 miliardi
all'anno.
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