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Unioncamere E-R, non avere il piano 5.0 grida vendetta

Unioncamere E-R, non avere il piano 5.0 grida vendetta

Imprese in pressing per decreti attuativi, 'investimenti fermi'

BOLOGNA, 24 giugno 2024, 17:56

Redazione ANSA

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Le imprese dell'Emilia-Romagna vanno in pressing sull'attuazione del Piano transizione 5.0, nel giorno in cui la congiuntura rivela un inizio di 2024 all'insegna del segno meno per l'industria del territorio. "Non avere ancora il piano 5.0 è qualcosa che grida vendetta, perché ha bloccato gli investimenti", ha affermato il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Valerio Veronesi, commentando la situazione economica della regione. La misura "poteva essere fatta prima e meglio", afferma Veronesi: "Il 5.0 avrebbe permesso alle nostre aziende, se fosse stato fatto prima, di accedere alle nuove tecnologie a un costo calmierato e di conseguenza di fare innovazione".
    Sulla stessa linea Confindustria Emilia-Romagna: la norma, afferma il delegato per l'internazionalizzazione Alessandro Malavolti nel suo intervento, "è scritta malissimo, per gli imprenditori è una rogna infinita". A margine, Malavolti smussa i termini ma il concetto resta: "Tutte le cose nuove non sono facili da comprendere. Un imprenditore ha bisogno di poche regole, ma chiare", mentre "la 5.0 ha messo una serie di pratiche che non sono così facilmente leggibili per come è scritto il decreto, per cui speriamo che vengano fuori decreti attuativi molto chiari". Poi c'è un problema di tempistiche: "Quando si fa un annuncio su un provvedimento nuovo, lo si deve mettere subito in atto. Altrimenti si blocca il mercato". E invece "molti piani di investimento sono congelati in attesa dei provvedimenti attuativi degli incentivi".
    Nonostante le difficoltà registrate a fine 2023 e inizio 2024, per i prossimi mesi la direttrice Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo, Alessandra Florio, è ottimista: "Più elementi ci portano a pensare che dagli ultimi mesi dell'anno il tessuto economico dell'Emilia-Romagna possa tornare a crescere grazie al contributo dei consumi e degli investimenti e alla spinta delle esportazioni".
   

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