"La rilevazione fornisce una
tendenza legata ad aspetti economici 'percepiti' - nota la
presidente di Confindustria Pesaro, Alessandra Baronciani -
Spicca la differenza fra grandi imprese, che, pure nella
tendenza al ribasso vedono il primo semestre 2025 meno negativo,
e piccole imprese, dove la tendenza sembra più grigia. Settori
come alimentare e servizi sembrano meglio sopportare, se non
aumentare la produttività. Vanno evidenziati i ribassi previsti
nei settori manifatturieri che più sostengono le Marche, come
moda, meccanica e arredo. Da anni gli Stati devono costantemente
intervenire per supportare l'economia, servono sostegni
strutturali all'industria manifatturiera tesi a rafforzare la
competitività della UE sul resto del mondo, e non, come avviene
ora, gestire un compromesso di aiuti differenziati fra i vari
stati, spesso mascherati da interventi 'green'. Fra le priorità:
prezzo unico dell'energia, pianificazione europea delle grandi
infrastrutture, una autorità europea per il monitoraggio dei
fondi a sostegno dell'economia".
Il presidente di Confindustria Ancona, Diego Mingarelli,
attende "un anno in salita, c'è preoccupazione per alcuni
settori trainanti dell'industria anconetana, come
metalmeccanico, elettrodomestici e automotive. Su quest'ultimo
impattano anche alcune scelte poco chiare dell'Ue. È un settore
che nella nostra provincia conta 90 aziende, prevalentemente
piccole imprese che fatturano meno di 10 milioni, ma che
complessivamente sviluppano 1,7 miliardi di euro di fatturato.
Dobbiamo mettere in campo politiche industriali in grado di
modernizzare le nostre filiere e i settori strategici, attirando
nuovi investimenti e tecnologie. Saremo in prima linea nella
difesa di settori strategici e della capacità manifatturiera
delle nostre imprese, che va accompagnata verso nuove frontiere,
supportando il riposizionamento strategico e di prodotto".
Secondo il presidente di Confindustria Macerata, Sauro
Grimaldi, "l'indagine evidenzia un semestre difficile, va anche
detto che è diventato sempre più complesso effettuare
previsioni, perché viviamo un contesto che cambia in modo
rapidissimo. Ci troviamo ad esempio a fronteggiare in questi
giorni nuovi rincari energetici che costituiscono per le imprese
un costo molto elevato. Preoccupa l'andamento negativo del
sistema moda e della meccanica, regge l'edilizia, trainata
soprattutto dalla ricostruzione nelle aree danneggiate dal
sisma".
Il presidente di Confindustria Fermo, Fabrizio Luciani
esprime preoccupazione "per le criticità del settore moda, che
incidono in modo decisivo sul nostro territorio. Lo scenario è
negativo, stanno cambiando anche gli stili di vita, che vedono
sempre più spesso gli acquisti in questo comparto passare in
secondo piano. Auspico diventi legge la decontribuzione del
credito d'imposta per le imprese marchigiane, un provvedimento
di grande importanza. Poi occorre un'Unione europea più forte,
in grado di contrastare una strategia internazionale di
indebolimento del nostro continente. Le crisi possono essere
subite, o essere interpretate riuscendo a rigenerarsi, spero sia
questo il destino delle nostre imprese".
Il presidente di Confindustria Ascoli Piceno, Simone
Ferraioli, guarda principalmente "agli scenari geopolitici
internazionali, che pesano più delle difficoltà territoriali o
alle fasi di trasformazione dei vari comparti produttivi. Gli
ultimi anni sono stati caratterizzati da continua incertezza
dettata dai conflitti in corso, in particolare da quello
ucraino. Altro aspetto determinante per l'export sarà il nuovo
corso della politica americana e gli eventuali provvedimenti
sugli scambi commerciali".
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