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Il nodo degli asset russi sul tavolo dei Grandi

Il nodo degli asset russi sul tavolo dei Grandi

Il pressing di Biden e la prudenza degli europei

ROMA, 11 giugno 2024, 17:36

di Stefano Polli

ANSACheck
Borgo Egnazia in Puglia © ANSA/AFP

Borgo Egnazia in Puglia © ANSA/AFP

L'accordo sugli asset russi dovrebbe essere vicino secondo Biden e Macron, ma in realtà alcuni dettagli devono essere ancora limati e messi a posto per trovare il punto di equilibrio tra il pressing americano e la prudenza degli europei. Il nodo dell'utilizzo dei profitti degli asset russi congelati in Europa rischia di essere uno dei punti controversi del summit del G7, sotto presidenza italiana, che si terrà da giovedì a sabato nell'eremo di Borgo Egnazia in Puglia.
Ma tutti si aspettano e lavoreranno per giungere ad una conclusione condivisa perché nessuno dei Grandi può permettersi un fallimento negli sforzi per continuare ad appoggiare l'Ucraina. E tutti, quindi, si aspettano un 'annuncio' dalla Puglia.

Stati Uniti ed europei hanno posizioni diverse, con gli Usa che pressano gli alleati per dare il via libera ad un progetto che però ha creato qualche imbarazzo tra i membri dell'Ue. Il punto è quello di trovare il modo di dare nuovi aiuti all'Ucraina da parte Paesi del G7 e dell'Ue utilizzando gli extraprofitti degli asset russi congelati in Occidente che raggiungono la cifra di circa 300 miliardi, la maggior parte dei quali in Paesi dell'Unione europea. Questi fondi sono in grado di generare interessi e profitti annui che possono arrivare fino a 3,5 miliardi di euro e, secondo la convinzione americana ed europea, non sono dovuti alla Russia.

Gli Stati Uniti spingono affinché questi soldi vengano utilizzati di fatto come garanzia per un prestito fino a 50 miliardi da raccogliere sul mercato. Forse anche con l'ipotesi di bond comuni. Queste cifre raccolte dagli alleati verrebbero date all'Ucraina per un utilizzo di circa il 90 per cento per aiuti militari e circa il 10 per cento per la ricostruzione. Si tratta di una manovra finanziaria molto ambiziosa, che non ha precedenti e comunque diversa da quella che attueranno gli Stati Uniti pronti, a casa propria, a utilizzare non solo i profitti ma anche gli stessi asset congelati, anche se negli Usa parliamo di cifre molto inferiori a quelle dei depositi europei.

L'Europa in queste settimane ha posto molte resistenze. Prima di tutto perché i leader del Vecchio continente vogliono essere sicuri che ci sia una valida e solida copertura legale e giuridica a questa iniziativa. La Russia infatti ha parlato di un vero e proprio 'furto' messo in atto dall'Occidente. Il secondo punto riguarda l'immagine e la credibilità dei mercati europei. Il timore è che un'iniziativa di questo tipo possa compromettere, in futuro, nuovi investimenti, sia pubblici sia privati, in territorio europeo. Si sa che i mercati reagiscono spesso in maniera imprevedibile e l'Europa vuole evitare di mettere in gioco una reputazione costruita con fatica e professionalità nell'arco di decenni. Si teme anche che alcune banche centrali di Paesi extra Ue possano decidere, per cautela, di ridurre le loro riserve in Euro.

Il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta ha spiegato che bisognerà valutare i pro e i contro, perché 'vi possono essere ripercussioni sul funzionamento del sistema monetario internazionale' con rischi di 'indebolimento di un'arma importante di pressione per il rispetto dei diritti in futuro'. 

Il consiglio che viene da Bankitalia è quello di muoversi 'con saggezza e prudenza'.
Dal vertice di Borgo Egnazia ci si aspetta però una decisione su questo punto e quindi un punto di equilibrio finale tra le diverse posizioni. La riunione dei ministri economici e finanziari di Stresa a fine maggio ha consentito di far fare passi avanti al dialogo mentre l'Unione europea ha adottato nelle scorse settimane provvedimenti tecnici che consentiranno di attivare le procedure dopo la decisione dei leader.
I grandi del mondo non possono permettersi un passo falso sull'Ucraina e una soluzione finale verrà trovata. Le dichiarazioni di tutti i protagonisti, alla vigilia, vanno in questa direzione. E così sarà.
   

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