"Il modello Caivano si può riprodurre
nello spirito della risposta, nell'approccio metodologico; era
un cumulo di macerie e siamo riusciti, in otto mesi, a fare
tutto quello che abbiamo fatto. E' stata Meloni a fare un cambio
di passo, a passare dallo sdegno all'impegno coinvolgendo tutti
noi. E' una fabbrica che non chiude mai. Dobbiamo lavorare tutti
nella stessa direzione affinché il tricolore riprenda il suo
spazio in un luogo abbandonato, dove la gente ricominci a
pensare che non c'è l'antistato ma che esiste lo Stato". Così
Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i giovani, durante
l'evento "Prima le idee, ritorno al futuro" promosso dal gruppo
alla Camera dei deputati di Fratelli d'Italia ad Andria (,
parlando di Caivano e della necessità della presenza delle
istituzioni nelle periferie.
Il ministro, poi, sottolinea come a Caivano "abbiamo
avvertito un contesto sociale che si era arreso, che stava
vivendo una normalizzazione che normale non è. Noi, con le
azioni di Governo concrete, cerchiamo di mettere risorse e di
sensibilizzare con bandi. I cento milioni a disposizione degli
oratori vanno in quella direzione così come tanti altri
progetti. Abbiamo cercato di ripristinare le condizioni minime e
se oggi 1.200 bambini e adolescenti animano quel luogo vuol dire
che la strada intrapresa è quella giusta", prosegue.
Infine, ricordando la storia di Graziella Mansi, la bambina
di 8 anni uccisa nel 2000, Abodi parlando sottolinea come
"dobbiamo fare in modo che anche le norme dello Stato facciano
in modo di far scontare la pena, anche per rispetto alle
vittime. Non si può fare uno sconto a chi ha ucciso,
bruciandola, una bambina di otto anni. Non bisogna voltarsi
dall'altra parte e limitarsi a parole di circostanza", conclude.
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