(ANSA) - PESCARA, 18 GEN - Riscoprire gli antichi mestieri per
promuovere la ripresa economica del territorio. Con questo
intento, rinasce nel Pescarese la tradizione della lavorazione
della pietra della Majella, che per secoli ha visto gli
scalpellini della Val Pescara realizzare vere e proprie opere
d'arte, sparse in Abruzzo come nel resto d'Italia. La
lavorazione della pietra ''bianca e dolce'' della Majella per
anni ha caratterizzato vita e storia di diversi paesi della
provincia, da Lettomanoppello a Turrivalignani, da Abbateggio a
Manoppello, da Roccamorice a San Valentino fino a Scafa. Oggi di
scalpellini che lavorano a tempo pieno se ne contano solo due,
ma negli ultimi anni almeno una decina di persone, tra cui
diversi giovani, sembrano aver riscoperto questo mestiere. Uno
degli artigiani è Franco Aceto, 54enne. I suoi bassorilievi sono
finiti da Lettomanoppello, Comune che nel 2010 ha ricevuto il
riconoscimento di "Città della Pietra'', in Francia, Belgio e
Grecia. ''Cerchiamo di far resistere il nostro mestiere - dice
-, ma non è semplice e la crisi economica di certo non aiuta.
Nonostante le diverse iniziative, le cave restano chiuse e su
questo ci stiamo battendo da anni''. ''La figura degli
scalpellini - afferma il sindaco di Lettomanoppello, Giuseppe
Esposito - stava scomparendo, ma ora con la Provincia e grazie a
progetti nelle scuole, stiamo facendo di tutto per recuperare
questa tradizione, anche per combattere la crisi economica''.
(ANSA).