Pasqua: i riti officiati da papa Francesco
Dalle palme alla preghiera sulla tomba di Pietro
02 aprile, 18:07Correlati
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CITTA' DEL VATICANO - Papa Francesco, primo Papa a scendere negli scavi della Necropoli vaticana, questo pomeriggio si è avvicinato all'antica tomba di San Pietro, presso la quale "ha sostato in preghiera silenziosa, in raccoglimento profondo e commosso". Lo riferisce una nota della sala stampa vaticana.
"Il Santo Padre Francesco ha compiuto oggi pomeriggio una visita di devozione alla tomba di San Pietro nella Necropoli che si trova sotto la Basilica vaticana", si legge nella nota. Il Papa era accompagnato dal card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana, dal delegato della Fabbrica di San Pietro, mons. Vittorio Lanzani, dal suo segretario mons. Alfred Xuereb e dai responsabili della Necropoli vaticana, Pietro Zander e Mario Bosco. "Primo Papa a scendere negli scavi della Necropoli vaticana, il Papa Francesco ha percorso tutta la via centrale della Necropoli, che si trova sotto la Basilica e le Grotte vaticane, ascoltando le spiegazioni del Card. Comastri e del Dr. Zander, avvicinandosi così - in leggera salita - al luogo dove si trova la tomba di San Pietro, esattamente sotto l'altare centrale e la cupola della Basilica", fa sapere la sala stampa. "Nella Cappella Clementina, il luogo più vicino alla tomba del Principe degli Apostoli, il Papa ha sostato in preghiera silenziosa, in raccoglimento profondo e commosso", riferisce la nota. La visita si è conclusa nelle Grotte vaticane, rendendo omaggio alle tombe dei Papi del secolo scorso che vi si trovano: Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo I. Uscendo dalla Grotte, il Papa ha salutato il personale presente ed è rientrato a piedi a Santa Marta, come a piedi era giunto all'ingresso degli scavi sul fianco sinistro della Basilica. La visita ha avuto inizio alle ore 17 ed è terminata alle 17.45.
La prima Pasqua di papa Francesco è una festa che, nelle intenzioni del Pontefice, deve ridare "fiducia" e "speranza". Parole e concetti che papa Bergoglio sottolinea più volte, fin dal videomessaggio per l'ostensione della Sindone nel Sabato Santo, fin dalla solenne Veglia Pasquale in San Pietro, e fino al Regina Caeli di oggi, in cui ha auspicato che "la forza della Risurrezione di Cristo possa raggiungere ogni persona - specialmente chi soffre - e tutte le situazioni più bisognose di fiducia e speranza". E sono concetti al centro anche del suo primo messaggio Urbi et Orbi, con un forte appello per la fine dei conflitti nel mondo, pronunciato ieri dalla loggia della basilica davanti a una Piazza San Pietro traboccante di oltre 250 mila fedeli. "Pace a tutto il mondo - ha invocato nel messaggio -, ancora così diviso dall'avidità di chi cerca facili guadagni, ferito dall'egoismo che minaccia la vita umana e la famiglia, egoismo che continua la tratta di persone, la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo". "Pace a tutto il mondo - ha proseguito -, dilaniato dalla violenza legata al narcotraffico e dallo sfruttamento iniquo delle risorse naturali!". "Pace a questa nostra Terra! - ha detto ancora il Pontefice - Gesù risorto porti conforto a chi è vittima delle calamità naturali e ci renda custodi responsabili del creato". Il Papa ha chiesto la pace per il Medio Oriente, "in particolare tra Israeliani e Palestinesi" perché "riprendano con coraggio e disponibilità i negoziati". Quindi anche per l'Iraq, e "soprattutto per l'amata Siria", auspicando "che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi". Bergoglio non ha mancato di ricordare i conflitti in Africa, gli attentati e i rapimenti in Nigeria, e, a proposito delle minacce di guerra tra le due Coree, ha fatto appello a che "si superino le divergenze e maturi un rinnovato spirito di riconciliazione".
Al termine del messaggio, come sempre con la semplice talare bianca e senza mozzetta (anche la messa pasquale è stata celebrata con semplicissimi paramenti bianchi), il Papa ha pronunciato gli auguri di Buona Pasqua solo in italiano, e non anche nelle decine di lingue come avveniva con i predecessori. Prima di salire alla loggia, al termine della messa, ha fatto il giro della piazza sulla "campagnola" scoperta, salutando e benedicendo la folla che lo acclamava e fermandosi a baciare neonati e ad abbracciare ed accarezzare giovani disabili. Decine di migliaia di fedeli sono tornati in Piazza San Pietro anche oggi, Lunedì dell'Angelus, per il Regina Caeli, in cui papa Francesco ha esortato a "esprimere nella vita il sacramento che abbiamo ricevuto". "Cristo - ha detto - ha vinto il male in modo pieno e definitivo, ma spetta a noi, agli uomini di ogni tempo, accogliere questa vittoria nella nostra vita e nelle realtà concrete della storia e della società". Per il Pontefice, "il Battesimo che ci fa figli di Dio, l'Eucaristia che ci unisce a Cristo, devono diventare vita, tradursi cioé in atteggiamenti, comportamenti, gesti, scelte". "La grazia contenuta nei sacramenti pasquali è un potenziale di rinnovamento enorme per l'esistenza personale, per la vita delle famiglie, per le relazioni sociali", ha ribadito Bergoglio, augurando che "il mistero pasquale possa operare profondamente in noi e in questo nostro tempo, perché l'odio lasci il posto all'amore, la menzogna alla verità, la vendetta al perdono, la tristezza alla gioia". Quindi ha salutato i tanti fedeli col suo consueto tono familiare: "Buona Pasqua a tutti e buon pranzo!". Nel pomeriggio di Pasquetta, infine, visita in privato agli scavi della necropoli vaticana sotto la basilica, sostando in preghiera presso la tomba di San Pietro.