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ANSAcom - In collaborazione con Ericsson
Il 2025 sarà per l'Italia "l'anno del 5G stand alone", la rete che "fa funzionare il 5G", tuttavia il nostro Paese, più dell'Europa, è in "un ritardo spaventoso" rispetto ad altre nazioni. Per questo non può "perdere questo treno", soprattutto alla vigilia di grandi eventi come Giubileo e Olimpiadi Milano-Cortina, ma anzi comprendere che "il 5G è un asset strategico" e dunque investire e fare sistema. E' l'appello lanciato dal presidente e amministratore delegato di Ericsson, Andrea Missori, in occasione di Imagine Italy, evento che ha riunito a Roma i vertici dell'industria delle telecomunicazioni e alcuni rappresentanti delle infrastrutture nazionali, per riflettere, tra le varie cose, sulle opportunità che il 5G può rappresentare per le infrastrutture critiche del Paese, come porti, ferrovie e autostrade, ma anche per difesa e sicurezza. Tra i relatori, infatti, anche l'amministratore di Leonardo (con cui Ericsson già collabora), Roberto Cingolani, e quelli di Iliad, Benedetto Levi, Fastweb, Walter Renna, e WindTre, Benoit Hanssen, ma anche rappresentanti di Rfi, Autostrade per l'Italia e Mimit oltre all'ad di Infratel, Pietro Piccinetti. Le considerazioni di Missori sui ritardi italiani hanno come premessa i numeri dell'Ericsson Mobility Report, resi noti in occasione dell'evento, secondo il quale nel mondo nel 2024 circa un utente su quattro possiede un telefono abilitato al 5G. Nel 2027 è previsto il sorpasso di questa tecnologia sul 4G, e nel 2030 - quando il traffico dati globale sulle reti mobili crescerà di quasi il 200% - si stima che ci saranno 6,3 miliardi di abbonamenti 5G, il 60% dei quali per offerte su reti 5G stand alone. L'Europa è però in ritardo nella copertura del 5G in banda media - la tecnologia che permette di apprezzare quello che il 5G fa in più rispetto al 4G - con livelli ancora lontani dal Nord America e dall'India. Un elemento, questo, che rappresenta un freno alla competizione e che è ancora più evidente in Italia, dove incidono, secondo l'ad di Ericsson, le tariffe più basse del continente e altri fattori penalizzanti, come ad esempio gli alti costi delle frequenze. "C'è un problema finanziario da parte degli operatori - ha sottolineato Missori -, che non riescono a investire, perché il ritorno per ora non c'è. Ma se non si sistema la dinamica competitiva a pagare il prezzo più alto saranno i cittadini", che avranno servizi "più scadenti". Eppure, stando a una ricerca del ConsumerLab di Ericsson, nel mondo il 35% degli utenti è disposto a pagare per avere una connettività differenziata, cioè una connettività di fascia alta garantita senza interruzioni quando ne hanno bisogno. Dunque, sul fronte consumer, "il 5G può aiutare le telco a monetizzare". Sul fronte enterprise, l'appello di Missori alla platea pubblico/privata dell'evento - ma in generale a tutti i soggetti interessati al tema - è alla necessità di avere "capacità di sistema, degli investimenti specifici e un'attenzione particolare da parte delle istituzioni". Lo sguardo è anche a possibili federazioni, o "consorzi nazionali ed europei che possano rispondere a bandi finanziati da un soggetto specifico". Missori cita l'esempio della Newco annunciata a settembre tra 12 operatori mondiali e Ericsson per combinare e vendere le interfacce di programmazione delle applicazioni di rete (Api) su scala globale e stimolare l'innovazione nei servizi digitali. E guardando alle infrastrutture critiche, l'implementazione del 5G richiede dunque "una serie di attori nei verticali, come porti, ferrovie, autostrade, difesa, che siano in grado di utilizzare questa piattaforma per digitalizzare i loro processi e diventare più veloci, più capaci sicuri e resistenti. La nostra chiamata - ha aggiunto - è cercare di fare da catalizzatori di un processo in cui più attori si siedano attorno al tavolo e guardino le necessità che ha ognuno e le soluzioni che questa piattaforma può offrire". L'ad di Ericsson ha quindi sottolineato che questo processo richiede "la capacità di parlare in maniera trasversale con il governo, con gli attuatori, le imprese, con i grandi campioni italiani ed europei. Il giorno in cui vinceremo è il giorno in cui la singola merce arrivando tramite nave al porto, passando sul ferro, andando sulla gomma, arrivando all'ultimo miglio dove deve essere consegnata, sarà tracciata, gestita, supportata nella maniera più integrata possibile. Possiamo fare questo in Italia per primi. Come Ericsson ci siamo - ha concluso Missori -, speriamo di avere le condizioni per continuare a investire nel Paese e di costruirle tutti insieme".
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