(ANSA) - AGNONE, 04 MAR - Dal 1891 al 1920 emigrarono
dall'Abruzzo e Molise 775.106 persone, un dato riferito alla
sola "emigrazione transoceanica", e il punto di partenza furono
prevalentemente i piccoli comuni delle aree interne, i luoghi
che attualmente più dovrebbero adoperarsi per favorire la
ricerca delle radici. La prospettiva di un sostegno pubblico a
iniziative dirette a favorire il "turismo delle radici", come
previsto dall'omonimo progetto Pnrr presentato il 15 febbraio
scorso presso il Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale, ha generato interesse anche in
Abruzzo, che conta un numero di residenti stimato inferiore a
quello relativo a coloro che vivono oltre i confini regionali e
all'estero. Sono alcune considerazioni emerse nell'intervento di
Antonio Bini - direttore editoriale della rivista "Abruzzo nel
Mondo" e già dirigente del Settore Turismo in Regione Abruzzo -
alla "Conferenza sul 'Turismo delle radici" svoltasi ieri ad
Agnone (Isernia). Conferenza alla quale ha partecipato anche il
professor Angelo Di Ianni, consulente del ministero
dell'Istruzione dell'Ontario. "Il turismo di ritorno,
riguardante gli emigrati, e quello delle radici, che attiene ai
discendenti degli emigrati, ha sempre rappresentato una
componente significativa del turismo regionale, anche se non
sempre verificabile - osserva Bini - In molti casi, chi rientra
per un breve periodo utilizza la casa di famiglia o alloggia
presso parenti. Ma sono tanti quelli che ricorrono ai servizi
alberghieri".
"L'accresciuta diffusione dell'immagine dell'Abruzzo -
sottolinea Bini - ha suscitato interesse e curiosità tra i
discendenti degli emigrati, anche di quarta, quinta generazione,
persone che non partecipano normalmente alle attività promosse
dalle associazioni degli emigrati".
"Può scattare sempre nel discendente di emigrati la molla per
cercare le origini dei propri avi. Spesso è una ricerca
individuale, non sempre facile. Talvolta viene raccontata -
ricorda Bini - Come nel caso di Norman Thomas Di Giovanni,
scrittore e traduttore/amico di Borges. Il viaggio alla ricerca
del paese di origine del padre, Sant'Eusanio Forconese
(L'Aquila), divenne un racconto pubblicato sulla rivista
americana 'Departures-Culture'". Aiutare a ritrovare le proprie
radici non deve rappresentare, secondo Bini, "un obiettivo
economico, ma un atto di sensibilità sociale e culturale. Questo
tipo di turismo potrà trovare nel 2024 un momento di maggiore
attenzione, che si potrà sviluppare negli anni successivi. I
recenti viaggi in Abruzzo e in Molise di Nancy Pelosi e di Mike
Pompeo a Pacentro dimostrano l'importanza delle ricerche
genealogiche".
"Auspico forme di collaborazione tra Abruzzo e Molise - dice
Bini - in particolare per quanto riguarda il coinvolgimento
delle associazioni abruzzesi-molisane all'estero, ancora unite,
a prescindere dalla separazione amministrativa delle due
regioni. C'è ad esempio l'Associazione The Abruzzo and Molise
Heritage Society di Washington Stati Uniti che cura anche un
notiziario periodico".
Una prima tappa sarà possibile grazie a Di Ianni che ha dato
la piena disponibilità a favorire rapporti tra scuole
dell'Ontario con quelle abruzzesi e molisane, a partire da
quelle rappresentate dalle dirigenti scolastiche presenti
all'incontro che si è tenuto ieri nell'aula magna dell'Istituto
omnicomprensivo di Agnone. Oggi, prima del ritorno in Canada, Di
Ianni si recherà in visita all'Istituto 'Algeri Marino' di
Casoli (Chieti) accogliendo l'invito della preside Costanza
Cavaliere. (ANSA).