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I giudici: 'Chiara Petrolini lucida, inaffidabile e senza scrupoli'

I giudici: 'Chiara Petrolini lucida, inaffidabile e senza scrupoli'

La difesa produce la relazione psichiatrica

BOLOGNA, 04 dicembre 2024, 18:24

di Tommaso Romanin

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La difesa ha descritto Chiara Petrolini come "una ragazza normale, apparentemente serena, gioiosa e benvoluta, apprezzata baby sitter ed educatrice in parrocchia e nei centri estivi". Ma il ritratto che ne fanno i giudici del tribunale del Riesame di Bologna è tutto diverso.

Le parole utilizzate per descrivere la sua condotta, riferisce la Procura di Parma, lasciano poco margine ad uno sguardo benevolo: "Estrema lucidità. Inusitata freddezza esecutiva. Sconcertante assenza di scrupoli o remore. Apparente mancanza di qualunque ripensamento, oltre che di sfrontatezza". E ancora: "Inaffidabilità totale nelle relazioni personali anche più intime. Eccezionali capacità sia di nascondimento dei propri misfatti sia di mistificazione e dissimulazione. Mancanza di partecipazione e di compassione".

L'elenco di caratteristiche è nelle motivazioni dell'ordinanza che, dopo l'udienza del 15 ottobre, ha disposto il carcere per la 21enne (misura non esecutiva fino alla Cassazione) accusata da Procura e Carabinieri di Parma di aver ucciso e sepolto nel giardino della villetta dove viveva a Vignale di Traversetolo i suoi due figli appena partoriti, a maggio 2023 e ad agosto 2024. Ora la difesa potrà lavorare al ricorso per evitare la custodia cautelare più restrittiva per la ragazza che dal 20 settembre si trova ai domiciliari, in un'altra casa, con i genitori. Proprio l'adeguatezza della misura disposta dal Gip era in discussione al Riesame, che ha accolto l'appello della Procura, firmato dal procuratore Alfonso D'Avino e la pm Francesca Arienti.

Il ragionamento dei giudici è che le due gravidanze, i due parti, le due morti, le due soppressioni sono tutte avvenute tra le mura domestiche, dove erano presenti i genitori, per cui non può essere né sufficiente né adeguato il loro controllo, né questo potrebbe scongiurare che l'indagata possa concepire ancora, portare a termine gravidanze, partorire e sopprimere il figlio, senza peraltro destare alcun sospetto, come fatto nelle due occasioni precedenti.

Il tribunale ha sottolineato, tra l'altro, che il parto del 7 agosto 2024 e il seppellimento del neonato è avvenuto con i genitori in casa e nessuno si è accorto di nulla. E poi quando il 9 agosto gli stessi genitori sono stati raggiunti dalla notizia che a casa loro era stato trovato un neonato morto, e che c'erano i carabinieri, non hanno ritenuto di anticipare il rientro dall'estero, ma hanno proseguito la vacanza fino alla data programmata e questo in quanto, per ammissione della madre, non ci si voleva "rovinare il viaggio così lontano e organizzato da tempo".

Sempre dal provvedimento si apprende che per la prima volta la difesa di Chiara, avvocato Nicola Tria, ha introdotto il tema dell'infermità mentale. Lo ha fatto con una relazione preliminare di uno psichiatra che ha analizzato la 21enne. Gli accertamenti lasciano intravedere "una condizione psicopatologica afferente ai disturbi della personalità che, per gravità, è fortemente suggestiva di un riverbero sull'imputabilità".

Il tribunale, però, ha osservato che "della presenza di eventuali patologie psichiatriche nessuno, neppure tra le persone più vicine all'indagata, ha mai mostrato di aver colto segnali". L'argomento, presumibilmente, si riproporrà con forza nel processo. Si attendono intanto gli esiti delle consulenze: il medico legale avrebbe confermato che il neonato trovato ad agosto ha respirato e sarebbe morto dissanguato, mentre sui resti del bimbo del 2023 sarebbe più difficile avere certezze.

Giudici, per Chiara insufficiente il controllo dei genitori

Le due gravidanze, i due parti, le due morti, le due soppressioni sono tutte avvenute tra le mura domestiche, dove erano presenti i genitori di Chiara Petrolini, per cui non può essere né sufficiente né adeguato il controllo parentale che (proprio perché non esercitabile 24 ore su 24) non potrebbe giammai scongiurare che l'indagata possa concepire ancora (ricevendo in casa uomini), portare a termine gravidanze, partorire e sopprimere il figlio, senza peraltro destare alcun sospetto, come fatto nelle due occasioni precedenti.

E' il ragionamento dei giudici del tribunale del Riesame, disponendo la custodia cautelare in carcere per la 21enne, indagata per omicidio e soppressione di cadavere dopo il ritrovamento dei resti di due neonati, partoriti a più di un anno di distanza (maggio 2023 e agosto 2024), nella villetta di Vignale di Traversetolo (Parma) dove la ragazza viveva con la famiglia. La giovane rimane per ora ai domiciliari, in un'altra casa con i genitori, finché non si esprimerà la Cassazione sul ricorso della sua difesa. Il procuratore di Parma Alfonso D'Avino, sintetizzando le motivazioni dei giudici bolognesi, segnala come il tribunale abbia sottolineato, tra l'altro, che il parto del 7 agosto 2024 e il seppellimento del neonato è avvenuto con i genitori in casa e nessuno si è accorto di nulla. 

Inoltre lo stesso giorno, il padre, nell'andare al piano di sotto dov'era la figlia che aveva appena partorito, aveva notato il sangue sui tappeti, sul lavandino e sul rubinetto, ma si era accontentato della spiegazione sul ciclo mestruale abbondante; E poi quando il 9 agosto i genitori sono stati raggiunti dalla notizia che a casa loro era stato trovato un neonato morto, e che c'erano i carabinieri e forse anche i Ris, non hanno ritenuto di anticipare il rientro dall'estero, ma hanno proseguito la loro vacanza fino alla data programmata e questo in quanto, per ammissione della madre, non ci si voleva "rovinare il viaggio così lontano e organizzato da tempo". In un colloquio intercettato il 19 agosto, sempre la madre si è mostrata preoccupata di dover andare via di casa e forse anche dall'Italia.

 

Giudici: 'Chiara non voleva che i neonati venissero trovati'

Chiara Petrolini, 21enne di Traversetolo, quando ha sepolto il neonato partorito il 7 agosto nel giardino di casa, non voleva solo nascondere temporaneamente il corpicino, ma "sottrarlo in via definitiva alla scoperta da parte di terzi". Lo dice il Tribunale del Riesame di Bologna, motivando la sussistenza del reato di soppressione di cadavere (e non solo occultamento) per la ragazza, per cui si dispone la custodia cautelare in carcere.

Secondo il Tribunale, riassume la Procura di Parma, il nascondimento del cadavere è stato realizzato in maniera tale da assicurare, con alto grado probabilità, la definitiva sottrazione del piccolo cadavere alla scoperta da parte di terzi, ed in ciò si ravvisa la soppressione del cadavere stesso, anche perché si è trattato di una condotta che replicava esattamente la situazione del 2023, e non vi è ragione per ritenere che, a distanza di un anno, la medesima condotta debba essere valutata in maniera differente. Inoltre l'intenzione dell'indagata è stata ricavata, per i giudici, proprio da una risposta che la 21enne ha dato alla Procura durante un interrogatorio. Al Pm che le ha contestato la ricerca sul web subito dopo il parto ("dopo quanto tempo puzza un cadavere"), Chiara Petrolini ha risposto: "L'avevo cercata per i cani, perché pensavo che potessero sentire l'odore e quindi tirarlo fuori. Io non l'avrei mai spostato da lì'

La difesa di Chiara ha presentato relazione psichiatrica

La difesa di Chiara Petrolini ha prodotto al tribunale del Riesame, una relazione preliminare di una consulenza tecnica psichiatrica di parte. Secondo il consulente gli accertamenti svolti con la ragazza, accusata di aver ucciso i due figli neonati e sepolto i cadaveri nel giardino di casa, "lasciano intravedere una condizione psicopatologica afferente ai disturbi della personalità che, per gravità, è fortemente suggestiva di un riverbero sull'imputabilità".

Il tribunale, che poi ha deciso di disporre il carcere per la 21enne (non esecutivo fino alla Cassazione) ha rilevato che la relazione ha carattere solo preliminare, per cui considerazioni si potranno esprimere quando ci saranno elementi più concreti e completi. Peraltro, sottolinea la Procura di Parma, il tribunale osserva che "della presenza di eventuali patologie psichiatriche nessuno, neppure tra le persone più vicine all'indagata, ha mai mostrato di aver colto segnali". La stessa difesa, nella memoria depositata in udienza, parla di "una ragazza normale, apparentemente serena, gioiosa e benvoluta... apprezzata baby sitter ed educatrice in parrocchia e nei centri estivi".

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