Un viaggio di sonorità che da
Venezia, Cividale, Trieste e Istria arriva fino ai Balcani, il
mondo oltre confine, tratteggiando colti profili di eroine ed
eroi della cultura. Un'onda di musica contemporanea che
suggerisce serenità - come i placidi panorami che accompagnano
le note - ed esistenze cadenzate dai ritmi della Natura,
inframmezzati a volte da lacerazioni e nervosismi. E' il viaggio
- geografico e culturale - che la compositrice e giornalista
alla tv slovena Luisa Antoni ha dato al suo ultimo album
'Fruscii risuonanti' (Zveneča šelestenja), che racchiude 15 anni
di attività e di pensiero.
Di grande intensità emotiva, favorita anche dall'impiego di
pochi strumenti musicali - di volta in volta violino e arpa,
viola e pianoforte, sax e pianoforte, violoncello e vibrafono -
i brani si richiamano alla storia di questa terra di confine,
nel tempo straziata da immani conflitti. Spesso si tratta di
riferimenti colti come in "Arsi, piansi, cantai" e in "Adelaide"
c'è un omaggio al coraggio femminile: se il primo è stato
ispirato da un sonetto della talentuosa e spregiudicata poetessa
padovana Gaspara Stampa, nobildonna poi trasferitasi a Venezia,
il secondo è un omaggio ad Adelaide Ristori, notissima attrice
teatrale e patriota del XIX secolo (nata a Cividale).
Si sconfina e "KrElno" è una versione contemporanea di un
famoso brano popolare, Eleno Kerko; da qui alla guerra il passo
è breve e infatti "Nini sine" è un intimo inno ai bambini
vittime innocenti delle guerre (i diritti del brano verranno
devoluti alla Fondazione Luchetta, Ota, D'Angelo Hrovatin),
mentre l'impronunciabile "B1lэč@nk@" (piano e sax) è un ordito
di note poggiato su un canto della resistenza partigiana. E
ancora "Vermeer", nato da un incontro con la poesia di Wislawa
Szymborska, e altri brani per un lavoro raffinato. "La mia idea
è divulgare la musica contemporanea che spesso si ritrova
relegata in una specie di riserva indiana", commenta l'artista.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA