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La crisi del gas morde Gazprom, a rischio 1.600 dipendenti

La crisi del gas morde Gazprom, a rischio 1.600 dipendenti

Valuta ridimensionamento al quartier generale di San Pietroburgo

MILANO, 13 gennaio 2025, 17:44

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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La guerra del gas, effetto collaterale dell'invasione russa dell'Ucraina, presenta il conto anche a Gazprom. Il colosso statale dell'energia russo sta valutando il taglio di 1.600 dipendenti presso il suo quartier generale di San Pietroburgo dopo che il suo bilancio ha dovuto assorbire l'impatto della chiusura dell'Europa alle sue esportazioni di gas e quello delle sanzioni alla vendita di petrolio.
    Lo scorso 23 dicembre la vicepresidente Yelena Ilyukhina ha proposto al ceo Alexei Miller di tagliare da "più di 4.100" a "2.500" i dipendenti della sede di San Pietroburgo. "Le sfide che il gruppo Gazprom sta affrontando" richiedono "un accorciamento dei tempi di decisione, l'eliminazione delle funzioni ridondanti e il rafforzamento del focus dei dipendenti sui risultati", si legge nella lettera circolata sui canali Telegram e poi confermata ai media da un portavoce di Gazprom.
    Nel 2023 Gazprom ha chiuso il bilancio con un rosso di 6,9 miliardi di dollari, il primo in oltre vent'anni, per effetto del crollo delle esportazioni verso l'Europa, un tempo uno dei principali mercati di esportazione per la Russia, e senza riuscire a ridirigere in modo significativo i suoi flussi verso altri Paesi.
    E dal primo gennaio 2025 sono stati interrotti anche gli ultimi flussi destinati al Vecchio Continente, dopo che Kiev non ha rinnovato l'accordo che consentiva il transito sul suo territorio del gas russo destinato all'Austria e ad alcuni Paesi dell'Est Europa.
   

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