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A sei anni dalla morte Roberto Bolano diventa scrittore di culto
di Paolo Petroni
Il misterioso ritrovamento in Germania, in casa del figlio di un ambiguo mercante a Monaco, di un vero e proprio tesoro di quadri d'arte moderna trafugati dai nazisti, è stata la scoperta da film del 2013 ma insieme sembra quasi un omaggio a Rodolfo Siviero di cui il 26 ottobre, sono caduti i trenta anni dalla morte. Storico dell’arte e agente segreto, Siviero, nato nel 1911 e morto nel 1983, ha lottato due anni contro la rapacità dei nazisti alla fine della guerra e ne ha passati quaranta a recuperare le grandi opere d'arte sottratte al patrimonio nazionale. E' a lui che si deve il salvataggio di capolavori come l'Annunciazione di Beato Angelico, la Danae di Tiziano, il Discobolo Lancellotti e centinaia di altri capolavori, che sono tornati in Italia patrimonio dell'umanità e testimonianza della nostra storia, eppure la sua figura carismatica rimane poco conosciuta dal pubblico e dimenticata dalle istituzioni. Per questo capita a proposito questa bella biografia, ricca di documenti inediti, che Francesca Bottari, storica dell’arte e specialista in analisi del patrimonio culturale, che ha lavorato per un biennio presso il Centro Servizi Educativi del MiBAC, gli dedica, ricostruendone la vita difficile e avventurosa, spesso persino contrastata dalle nostre autorità.
''Io non sono un burocrate signor ministro, sono un cittadino che il governo italiano ha disturbato chiedendogli quello che i suoi funzionari non sapevano dare e al quale hanno promesso una mercede che non gli è stata mai pagata'' scrive nel luglio 1961 la brutta di una accorata lettera che poi non spedirà, arrabbiato e sconfortato perche' non riesce a ricevere alcun rimborso per il suo lavoro e continua a spendere a fondo perduto denari propri, mentre, da una parte riceve per la sua opera la medaglia dell'Accademia dei Lincei e, dall'altra, il gruppo dei suoi oppositori nell'entourage di Mario Segni, che minimizza e vorrebbe chiudere velocemente il problema con la Germania, gli fa passare notti insonni e lo indigna.
Del resto la sua insofferenza per le trafile burocratiche, le ripetute denunce verso la cecità della classe politica in materia di beni culturali e il suo carattere ironico e indipendente ne hanno certo ostacolato la carriera, ma sono anche una chiave per il cogliere il valore della sua opera, la sua intelligenza e la sua capacità di andare avanti comunque.
Nato nel 1911 a Guardistallo, in provincia di Pisa, Siviero è stato prima fascista e agente del Servizio Informazioni Militare, poi partigiano, Ministro plenipotenziario per il recupero dei beni artistici trafugati e spregiudicato investigatore, protagonista di operazioni spettacolari e discusse. Queste pagine, che nascono dallo studio dello sterminato materiale d’archivio e delle carte personali e pubbliche di Siviero, sono il racconto di una vita avventurosa e ancora venata di mistero che lambisce mezzo secolo di storia italiana, dal fascismo a primi anni Ottanta. Dietro il partigiano, la spia e l'intellettuale emerge così anche l’uomo, con la sua tormentata vita sentimentale, l'indignazione davanti ai soprusi e l'amore incondizionato per l’arte.
Rodolfo Siviero era, per Fabrizio dentice, che lo scrisse su Repubblica, ''un uomo del Rinascimento. L'uomo del Rinascimento non era perfetto, ma era intero, nel bene e nel male, e Siviero era proprio questo. E c'era anche in lui la capacità di indignarsi, o meglio di sdegnarsi, per motivi ideali e di perseguire il proprio disegno con animo implacabile e senza riguardi per nessuno'' e di questo oggi dobbiamo ancora ringraziarlo e renderli omaggio.(ANSA).
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