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A sei anni dalla morte Roberto Bolano diventa scrittore di culto
di Claudia Coletta
"Sogni di marzapane ha un filo conduttore: la mia malattia tutt'ora irreversibile. Quello che racconto potrebbe però 'vestire' qualunque malattia con cui l'essere umano si trovi a fare i conti, personalmente o perchè può invadere la vita delle persone che ama..." Così Danila Bonito, giornalista televisiva nota al grande pubblico come conduttrice di telegiornali e programmi di Rai1 e Rai2, spiega in poche parole il senso del suo primo libro.
L'autrice svela la sua personale guerra con e contro il diabete di tipo 1, compagno inseparabile fin dall'adolescenza. Lo fa con durezza e leggerezza insieme, facendo entrare il lettore nei risvolti sconosciuti, ai più, degli effetti destabilizzanti delle variazioni di glicemie. "Nel testo non si parla solo di malattia. Frammenti di poesia aprono e chiudono pagine che possono vivere anche ognuna separata dall'altra. Sono ritratti, emozioni, sentimenti. C'è la sintesi estrema su come ho vissuto i miei oltre trenta anni da inviata Rai, le ragioni per cui ho deciso di 'mollare' anticipatamente un'azienda a cui sono comunque grata per avermi consentito di fare quello che definisco il mestiere più bello del mondo" spiega all'ANSA l'autrice di Sogni di marzapane.
C'è la sua convinzione che i limiti che a volte ci impediscono di sorridere sono quelli che ci costruiamo noi stessi attraverso condizionamenti e convinzioni: "Mi piace pensare - dice - che la mia passeggiata tra i fogli bianchi possa essere anche leggera e a tratti ironica".
Una storia cosi' personale e' difficile da raccontare: "credo la risposta sia in quello che ho scritto nella quarta di copertina, la mia 'confessione' oggi non può più ferire nessuno, mi sono 'licenziata' dalla Rai e non ho quindi problemi di cosiddetta privacy da mantenere, ho raccontato le storie di tante donne 'al Bivio' (trasmissione Rai,ndr) evidentemente era arrivata l'ora di raccontare il mio di bivio. Spero possa essere utile a qualcuno".
In "Sogni di marzapane" non c'è solo il suo modo di gestire il diabete ma i suoi incontri, le sue poesie, il suo modo di essere una giornalista. "E' una biografia - spiega la Bonito - senza date, che ha un filo conduttore ma si muove nel tempo circolare.
Non vuole essere un testo sul diabete o su come viverlo, piuttosto racconto il modo in cui non mi sono lasciata sopraffare dalla malattia e credo possa valere per ogni patologia". Quanto l'ha condizionata nel suo lavoro? "Credo di poter dire pochissimo. Certo mi ha impedito di essere nella cosiddetta 'prima linea', mi riferisco a situazioni di emergenza, guerre,terremoti, ma in compenso mi ha regalato un' attitudine all'ascolto e un'accoglienza dell'altro credo di poter dire singolari". Dopo aver seguito l'uscita alla Bonito piacerebbe "riprendere il mio mestiere che adoro".
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