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A sei anni dalla morte Roberto Bolano diventa scrittore di culto
di Marzia Apice
Essere consapevoli delle proprie scelte è forse l'opportunità più grande dell'essere umano. 'Siamo condannati alla libertà', diceva Sartre, ecco perché non possiamo esimerci dalla scelta.
Delle grandi sfide quotidiane che si pongono soprattutto ai cittadini di domani, i giovani, parla Fernando Savater nel libro 'Piccola bussola etica per il mondo che viene', edito da Laterza. A venti anni dal successo internazionale di 'Etica per un figlio', pensato per essere uno strumento educativo in aiuto a docenti e genitori sui temi caldi dell'esistenza, il filosofo spagnolo di origini basche rovescia la prospettiva e sceglie di farsi incalzare direttamente dalle domande di alcuni studenti di due istituti di scuola superiore spagnoli, chiamati a riflettere sul mondo in cui vivono e bramosi di risposte.
Il libro sembra chiedersi tra le righe quale sia il modo migliore che un adulto possa utilizzare per fornire un prontuario di buon senso, soprattutto in un'epoca come quella odierna, in cui genitori e insegnanti sembrano aver perso l'orientamento, come se fossero incapaci di tener testa alle problematiche della società contemporanea. Sono le domande, ingenue, dirette, scomode, le protagoniste di questo piccolo 'manuale': da internet ai diritti, dal concetto di verità a quello di problema filosofico, dalla bellezza a Dio, passando per potere, giustizia, libertà, felicità, fino alla democrazia e alla crisi economica, sul piatto della discussione davvero non manca nulla.
E se le ideologie sono morte da un pezzo, e le strutture sociali spesso risultano inadeguate, resta l'educazione come 'la cosa più sovversiva che c'è al mondo'. Il filosofo sceglie un linguaggio semplice e chiaro, fornendo risposte che girano sempre attorno a un punto chiave: l'etica invade ogni aspetto della nostra esistenza, anche se all'apparenza può sembrare una questione da intellettuali. 'Il mondo ci inonda di stimoli: sta a noi dargli una sistemazione', afferma Savater.
Ma più che una resa di conti tra generazioni, il libro vuole offrire una chance per provare a costruire un dialogo senza più sovrastrutture tra giovani e adulti. Con il monito di prestare attenzione alla 'fallacia della cornice', ossia all'abitudine di giudicare leggi, consuetudini e opinioni in base al contesto, quando invece, afferma l'autore, 'l'unica cornice possibile è quella della ragione umana, che è l'unica forma di ragione universale'. Il filosofo parla senza mentire, vivere è complicato e l'utopia, 'il luogo dove tutti i problemi sono già stati risolti', è un posto bellissimo, 'ma non esiste': dalla responsabilità di pensare in modo autonomo, dal dovere di capire chi siamo non possiamo scappare. E questo vale per tutti, per chi è già uomo e per chi lo diventerà domani.
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