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A sei anni dalla morte Roberto Bolano diventa scrittore di culto
di Elisabetta Stefanelli
In molte hanno appena festeggiato l'8 marzo, ma per tante donne c'è poco da festeggiare. Ce lo ricorda anche l'ultimo giallo di Antonio Manzini, nel quale torna protagonista Rocco Schiavone con un nuovo, drammatico, caso. Dopo l'esilarante esordio in Pista nera, il commissario - anzi vicequestore - trasferito da Roma ad Aosta per motivazioni che in questo secondo romanzo si capiranno meglio, si trova a fare i conti con il cadavere di una donna impiccata.
L'ipotesi è quella del suicidio, come fa pensare subito il cadavere appeso ad un lampadario, ma a Rocco la soluzione sembra troppo semplice e ovviamente non avrà torto. Subito i sospetti prendono strade tortuose, anche per la presenza di una coppia di ladri maldestri scoperti dalla domestica nell'appartamento dove proprio la donna troverà per prima il cadavere di buon mattino. Con il suo fare lento, le sue Clark bagnate, la sua battaglia con il freddo del Nord, i suoi abiti sgualciti e soprattutto inadeguati a cui si ostina a non rinunciare, Rocco è il più ''incasinato'' degli investigatori.
All'apparenza è un po' cialtrone e anche un po' maschilista, ma come a volte accade per i veri romani, l'apparenza inganna e la sua anima non solo c'è ma è capace di sofferenza e sensibilità insospettate. E' la bellezza di questo personaggio che ne La costola di Adamo acquisisce nuove sfumature, che rimandano ad antenati illustri letterari e cinematografici. Il fatto è che questa volta Rocco si confronta proprio con la complessità del rapporto uomo-donna, con la difficile storia della coppia la cui metà più debole è finita impiccata ad un lampadario.
A volte la violenza e la vendetta prendono strade molto tortuose, così come l'amicizia e l'amore si possono trasformare in rimorso e rabbia.
E' la via dei sentimenti quella che indaga il protagonista del romanzo, via che si intreccia anche con la sua storia personale e nasconde molte sorprese per il lettore, dolori e orrori che non si possono svelare. Lento e inesorabile Rocco inanella gli indizi a cui più che le evidenze lo portano le sue intuizioni, i suoi modi spesso brutali, la voglia di farsi giustizia da solo che lo guida come un faro al quale non sa rinunciare come alle sue canne mattutine. Ovunque sia, anche se si trova in questura.
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