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L'origine degli Etf, chiamati anche "trackers" in gergo anglosassone, risale al gennaio del 1993, quando fu lanciato negli Stati Uniti sull'AMEX (American Stock Exchange) il primo Spider (SPDRs, acronimo di Standard&Poor's Depositary Receipts), che riproduce l'andamento dell'indice S&P 500.
I trackers sono trattati sull'Amex e hanno permesso a questo mercato regolamentato di sopravvivere alla concorrenza dei due più sviluppati NYSE e NASDAQ.
In seguito al successo riscosso dallo "spider" in particolare presso gli investitori istituzionali, sono successivamente nati i Diamonds e i Cubes (QQQ), che hanno rispettivamente il Dow Jones Industrial ed il Nasdaq 100 come sottostante. In particolare il "Nasdaq 100 Trust", introdotto nel 1999, ha sottratto la leadership agli SPDRs per volumi trattati.
Nel maggio del 2000 Barclays Global Investors lanciò sul mercato dei nuovi prodotti chiamati "iShares MSCI Series", versione aggiornata dei WEBS (World Equity Benchmark Shares), Etf nati nel 1996, tracciatori degli indici Morgan Stanley Capital International. Verso la fine degli anni 90 lo sviluppo degli Etf diventò inarrestabile e furono introdotti fondi su tutti i maggiori indici azionari statunitensi, in particolare sugli indici settoriali dello S&P 500 (Sector Selector SPDRs).
Per quanto riguarda il mercato europeo degli ETF, i primi strumenti sono stati creati nell'aprile del 2000: le Borse pioniere sono state quella di Francoforte e di Londra, seguite da Zurigo, Stoccolma ed Euronext.
Il debutto del primo Etf a Piazza Affari risale al 30 settembre 2002. Da allora abbiamo assistito ad uno sviluppo impetuoso con il numero di Etf quotati che ha rapidamente superato quota 100. Un successo inarrestabile che ha convinto i responsabili di Borsa Italiana a dedicare ai fondi replicatori di indice un apposito mercato, l’ETFPlus.
Nel corso del 2007 hanno infine fatto il loro debutto anche i primi Etf Strutturati e i primi Etc (Exchange Traded Commodities)