di Paolo Petroni
Se la leggenda della papessa Giovanna, che sarebbe stata eletta nascosta in abiti maschili a meta' del IX secolo, e' del tutto falsa, una papessa, stando al nome datole dal popolo di Roma, e' esistita per breve tempo nell'estate del 1501 e si tratto' di Lucrezia Borgia, nominata dal Papa Alessandro VI, suo padre Rodrigo Borgia, sua vicaria, durante una sua assenza, naturalmente solo per il governo civile dello Stato della Chiesa, lasciandole poi accanto il cardinale Costa, che comunque scrisse poi elogi della di lei abilita' politica. Fu coniata anche una medaglia con la sua immagine in ricordo di quell'avvenimento, che comunque restera' unico nella storia della Chiesa. Questo per capire subito che Lucrezia Borgia fu figura assai diversa da quella che tramanda la tradizione popolare.
I Borgia sono diventati col tempo simbolo della politica piu' crudele e machiavellica, unita alla dissolutezza sessuale attribuita ai papi rinascimentali. Lucrezia era figlia del cardinale Rodrigo e della sua amante Vannozza de' Cattanei, che gli aveva dato altri tre figli, Cesare, Giovanni e Goffredo. In questo panorama la sua figura subi' spesso accuse infamanti, come quella di incesto col fratello Cesare e poi quella di avvelenatrice, che trovarono amplificazione nella tragedia di Victor Hugo a lei intitolata e che fu in seguito musicata con successo da Donizetti, alimentando la sua fama popolare di donna nera e fatale legata alle dissolutezze e nefandezze commesse dalla sua famiglia, dalla quale venne certo usata a fini politici, ma anche dalla quale riusci' a un certo punto a staccarsi.
Unica femmina, fu naturalmente sin da ragazza al centro di progetti politici matrimoniali del fratello Cesare in particolare e del padre, che divenuto Papa, la dette in sposa a Giovanni Sforza, signore di Pesaro imparentato col duca di Milano con cui il Papa aveva interesse a mantenere buone relazioni. Ma i risultati sperati non vennero e quattro anni dopo il matrimonio fu annullato, accusando di impotenza il marito, che reagi' accusando lei e la famiglia di essere incestuosi. Un secondo matrimonio la vide, pare di buon grado e innamorata, legarsi a Alfonso d'Aragona, figlio illegittimo di Alfonso II di Napoli, ma il modificarsi del quadro politico e la necessita' di diverse alleanze misero il marito in cattiva luce alla corte del Papa. Lucrezia si adopro' per farli riavvicinare e tornare Alfonso a Roma, dove lei, nell'ottobre 1499 dette alla luce un figlio, Rodrigo, ma l'aspettava un tradimento e si dice sia stato Cesare Borgia a ordinare l'uccisione del marito della sorella, nell'estate del 1500 in Vaticano. Fu la goccia che fece traboccare il vaso e la donna, pur molto addolorata, si mise all'opera per riuscire a allontanarsi dalla famiglia e mise gli occhi su Alfonso d'Este, figlio di Ercole I duca di Ferrara, che alla fine accetto' molto riluttante visto il passato e i legami della donna.
Lucrezia invece fece presto dimenticare d'essere figlia illegittima del Papa, i suoi matrimoni precedenti tinti di nero, con la sua grazia, bellezza e soprattutto intelligenza che ne fecero una apprezzata diplomatica e abile a gestire la cosa pubblica (il marito prese l'abitudine di affidarle persino la conduzione politica e amministrativa del ducato quando doveva assentarsi da Ferrara). Alla sua corte accolse inoltre poeti come Ludovico Ariosto, Gian Giorgio Trissino, Ercole Strozzi e Pietro Bembo, con cui ebbe uno scambio di lettere che costituisce un apprezzato epistolario rinascimentale in cui Lucrezia mostra molti suoi pregi. Purtroppo tanta serenita' duro solo una decina di anni, Nel 1512, per le sventure che colpirono lei (tra l'altro la morte del figlio Rodrigo adolescente) e gli Este, Lucrezia divenne terziaria francescana, indosso' spesso il cilicio, si lego' ai seguaci di San Bernardino da Siena e di Santa Caterina e, per aiutare la povera gente, creo' il Monte di Pieta' di Ferrara. Mori' nel 1519, a trentanove anni, per complicazioni dovute ad un parto.