Progetto Ue monitora a distanza catena freddo panna e gelati
Modello matematico del centro Caisial di Università Federico II
03 febbraio, 19:17 (ANSA) - BRUXELLES, 3 FEB - Una nuova tecnologia controlla a
distanza e in tempo reale la temperatura di prodotti come panna,
yogurt e gelati, dal trasporto alla distribuzione. A testarla il
progetto Enbed (www.ecoenbed.com) finanziato dal programma
europeo Ecoinnovation, al quale ha partecipato il Centro di
Ateneo per l'innovazione e lo sviluppo nell'industria alimentare
(Caisial) dell'Università di Napoli Federico II, assieme a due
aziende campane (Codap, Enco), ad una spagnola (Initiativa
Innovadoras) e alla capofila, un'azienda israeliana
(Cartasense).
"Il progetto europeo è nato in collaborazione con l'azienda israeliana che ha sviluppato il sistema di monitoraggio on-line delle condizioni di temperatura e umidità a distanza di piccole unità di prodotto" racconta Elena Torrieri, ricercatrice dell'Università di Napoli Federico II. "Noi come partner del progetto - spiega - abbiamo sviluppato un modello matematico per predire il tempo di conservazione di alcuni prodotti lattiero caseari in funzione delle fluttuazioni di temperatura che nella catena del freddo esistono, legate ai trasporti e ai vari passaggi della piattaforma di distribuzione".
"Nel caso della panna da montare, il progetto ha dimostrato la possibilità di ridurre di circa il 10% le perdite di prodotto" afferma la ricercatrice.
In una fase pilota la tecnologia di Enbed è stata testata anche da giganti come la Unilever e l'azienda israeliana punta a diffonderla a livello industriale, in Italia e in Europa. Questa soluzione tecnologica consentirà una riduzione delle perdite di distribuzione dovute allo shock termico, con un notevole risparmio in termini di energia, acqua e altre risorse. Enbed, costato quasi un milione mezzo di euro, è stato cofinanziato al 50% dai fondi europei. (ANSA)
"Il progetto europeo è nato in collaborazione con l'azienda israeliana che ha sviluppato il sistema di monitoraggio on-line delle condizioni di temperatura e umidità a distanza di piccole unità di prodotto" racconta Elena Torrieri, ricercatrice dell'Università di Napoli Federico II. "Noi come partner del progetto - spiega - abbiamo sviluppato un modello matematico per predire il tempo di conservazione di alcuni prodotti lattiero caseari in funzione delle fluttuazioni di temperatura che nella catena del freddo esistono, legate ai trasporti e ai vari passaggi della piattaforma di distribuzione".
"Nel caso della panna da montare, il progetto ha dimostrato la possibilità di ridurre di circa il 10% le perdite di prodotto" afferma la ricercatrice.
In una fase pilota la tecnologia di Enbed è stata testata anche da giganti come la Unilever e l'azienda israeliana punta a diffonderla a livello industriale, in Italia e in Europa. Questa soluzione tecnologica consentirà una riduzione delle perdite di distribuzione dovute allo shock termico, con un notevole risparmio in termini di energia, acqua e altre risorse. Enbed, costato quasi un milione mezzo di euro, è stato cofinanziato al 50% dai fondi europei. (ANSA)