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Pigliaru: isola in ritardo su tutto stop demagogia

15 febbraio, 10:58
Il candidato di centrosinistra alla Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, nella sede dell'Ansa
Il candidato di centrosinistra alla Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, nella sede dell'Ansa
Pigliaru: isola in ritardo su tutto stop demagogia

di Roberta Celot

Francesco Pigliaru "il freddo" si accalora quando parla della "sua" Sardegna e promette di trasformarla nel segno delle pari opportunita' per tutti, se il 16 febbraio prossimo gli elettori lo premieranno affidandogli il governo della Regione. Ospite del Forum dell'ANSA, il professore economista da' un giudizio severo sull'operato della Giunta di centrodestra degli ultimi 5 anni e al suo diretto competitore, il presidente uscente e candidato al bis Ugo Cappellacci, dice convinto: "Basta con la demagogia, la Sardegna e' in ritardo su tutto, dalla sanita' alla scuola, dalle politiche per il lavoro alle infrastrutture. E' ora di mettere mano a un serio programma per garantire un futuro alle nuove generazioni e alle fasce deboli della societa'. Non si puo' governare alla cieca come fa Cappellacci, ed e' tempo di parlare di cose concrete, di aggredire i problemi avendo ben presente l'approdo finale". Pigliaru e' determinato in questa sfida. "Si va per governare - chiarisce - e puntiamo a vincere bene".

Larghe intese? "Non con me - risponde il candidato - Se penso al mio avversario di Forza Italia ci divide un abisso, siamo all'opposto, impossibile trovare punti di incontro". E a chi gli rimprovera di essere stato il padre di quella contestata tassa sul lusso dell'era Soru, il professore ricorda che la rottura con l'allora governatore, dopo due anni e mezzo di lavoro comune in Giunta, si consumo' proprio per divergenze sulle imposte turistiche.

"Si tranquillizzi Cappellacci, non abbiamo intenzione - annuncia - di mettere nessuna nuova tassa ma pensiamo a riduzioni responsabili per le imprese e per i cittadini". La strada maestra e' quella gia' imboccata con la riduzione dell'Irap ("una nostra vittoria - dice - e non del centrodestra") e la fiscalita' di vantaggio in alcune zone della Sardegna. E la zona franca integrale cavalcata da Cappellacci?. "Questa e' un'altra bella proposta demagogica quanto irresponsabile - attacca Pigliaru - perche' la Sardegna non e' Livigno. A Livigno gli ospedali pubblici vengono pagati dalla Lombardia. Da noi se ne deve far carico la Regione. Quindi non pagare tasse nell'Isola significa rischiare di compromettere servizi essenziali, come ad esempio la sanita'". Renziano della prima ora ("L'ho sostenuto gia' alle precedenti primarie, quelle perse con Bersani"), il professore non e' iscritto al Pd ma attorno al suo nome il partito in Sardegna si e' ricompattato. "E' stata una scelta coraggiosa - argomenta - un forte segnale di cambiamento. Alla fine hanno scelto una persona non di apparato".

E rispetto all'accusa di aver tradito le primarie (la vincitrice Francesca Barracciu e' stata costretta al ritiro perche' coinvolta nello scandalo dei fondi ai gruppi consiliari), replica: "Quel voto non e' stato svilito ma si e' gestita un'emergenza e ringrazio Francesca per la generosita' del suo passo indietro". La presenza di indagati nelle liste Pd? "C'e' un codice etico che e' stato rigorosamente seguito. Anzi, siamo andati ben oltre - sottolinea Pigliaru - Si puo' certamente fare di piu', magari pensando di modificare in senso restrittivo queste regole". Progetti per i primi 100 giorni di governo? "Lanceremo un piano straordinario per l'edilizia scolastica, la situazione nell'Isola - denuncia l'aspirante governatore - e' disastrosa. E potremmo essere i primi in Italia a sperimentare alcune delle proposte di Renzi sul mercato del lavoro, in particolare sulle politiche attive contro la disoccupazione. Ma punteremo anche sui giovani, le imprese e l'export, l'istruzione". La campagna elettorale e' ormai entrata nel vivo e il professore conquista il territorio a modo suo.

"E' vero - confessa - mi descrivono come un uomo preparato ma freddo: la verita' e' che dietro c'e' riservatezza e un po' di timidezza, ma dentro di me sento tutta l'emozione di questa avventura. Girero' con un cardiofrequenzimetro cosi' potrete verificare che e' una calma apparente. Certo, se mi insultano mordo, ma non saro' mai io il primo ad insultare - precisa - cosi' non si avvicina la gente alla buona politica". Timori che il suo carisma non sia sufficiente a trascinare i voti? "Io sono arrivato in corsa in questa competizione - conferma Pigliaru - e do il mio contributo: andando in giro in questi giorni vedo sale piene e gente contenta, vorra' pur dire qualcosa".

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