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Pili, a colpi di blitz per attacco a poteri forti

Partiti tradizionali conniventi, hanno svenduto Isola a lobbies

15 febbraio, 10:57
Mauro Pili
Mauro Pili
Pili, a colpi di blitz per attacco a poteri forti

di Maria Grazia Marilotti

"Schiena dritta, testa alta per liberare la Sardegna dai poteri forti". Mauro Pili, candidato governatore per il Popolo Sardo, ha individuato la strada da percorrere per rimettere in moto l'economia e la società sarda. La campagna elettorale del deputato di Unidos, ex Pdl, è incentrata sull'attacco diretto e la ferma opposizione alla classe politica sarda e nazionale. "Sono conniventi ma non certo per tutelare gli interessi dell'isola", afferma. I casi scottanti di malgoverno della Regione, le incompiute, gli accordi sottobanco alle spalle dei sardi, gli scempi ambientali: sono queste le principali denunce di Pili in questa campagna elettorale.

Da consumato comunicatore e giornalista tiene la scena, per dare un'immagine battagliera e irriducibile e stimolare le coscienze con un urlo di battaglia che riempie le piazze: "Sardi, svegliatevi". Eletto presidente nel 1999, battuto cinque anni dopo da Renato Soru, si presenta per la terza volta e a capo di una coalizione sostenuta da quattro liste: il movimento da lui presieduto Unidos, Soberania, Mauro Pili presidente e Fortza Paris. Da quando è partito il suo progetto per la candidatura a presidente della Regione, va avanti tra blitz e sopralluoghi nei luoghi simbolo del "malgoverno regionale". Poi documenta tutto e lo trasmette in diretta su Unidos tv, visibile sul suo sito. "E' indelebile l'inquinamento lasciato dall'arsenico utilizzato per estrarre l'oro nella ex miniera di Furtei - attacca - un'operazione fallimentare con una pesante eredità: una bomba ecologica a cielo aperto lasciata da imprenditori con pochi scrupoli che in fretta e furia hanno abbandonato il territorio senza bonificarlo, con l'assenso dei nostri governatori".

La prima tappa dell'"Operazione-verità" è stata Posada, "simbolo della beffa del post alluvione "e dove ancora non si è mosso un masso da quel terribile e funesto 18 novembre 2013", denuncia Pili. Ma la sua battaglia contro i poteri forti tocca in particolare la Tirrenia, "con gli accordi sottobanco per aumentare le tariffe e affossare il turismo", incalza il candidato. Poi c'è la strada statale 131 Carlo Felice che attraversa l'isola, l'eterna incompiuta sarda che dovrebbe unire con una unica grande arteria il nord al sud della Sardegna, la vicenda E.On e altro ancora. "L'attuale classe politica sarda ha strizzato e continua a strizzare un pò troppo l'occhio ai poteri forti mentre l'Isola pian piano agonizza", è il suo leit motiv. Il suo programma elettorale parte da un patto morale firmato in diretta con i sardi: "Zero stipendi alla politica se non cresce il lavoro".

"Misureremo il rendimento delle istituzioni e della politica. Se non si avrà un segno più nell'economia e nel lavoro, niente stipendi", promette Pili. Tra i punti salienti del manifesto politico c'è la trasformazione dell'isola nella più importante piattaforma dei voli low cost del Mediterraneo con l'obbiettivo di valorizzare 365 giorni l'anno il turismo. Ancora: portare a compimento le incompiute, da quelle viarie e idriche a quelle del trasporto. Mauro Pili punta anche su un grande piano agropastorale per la Sardegna. In più la sfida rivoluzionaria: burocrazia zero. Pensa ad una sanità h24, agli incentivi alle famiglie per il fotovoltaico e non alle multinazionali. In tour dal nord al sud dell'isola Pili incarna la parte del "patriota", di un leggendario salvatore della Sardegna, ammantando il suo progetto elettorale di venature identitarie e sovraniste.

Con una netta scelta di campo: né con la destra, né con la sinistra. "Insieme - denuncia - hanno svenduto la Sardegna ad affaristi e alle lobby di Alitalia, Tirrenia, Enel, Eni, Equitalia e alle banche. E' giunto il momento di dire no agli imbrogli, dobbiamo liberare la nostra terra, spezzare le catene, far ripartire l'economia".

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