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Gli elementi da prendere in considerazione per la comprensione delle caratteristiche di una opzione sono: il sottostante, lo strike price, lo stile dell'opzione, la scadenza, il premio, la facoltà di esercizio, il valore intrinseco e valore temporale, la dimensione del contratto.
Sul mercato IDEM sono trattate opzioni su:
1) Indice MIB 30: è l'indice di borsa che rappresenta i trenta titoli più liquidi e a più elevata capitalizzazione presenti sul mercato azionario italiano;
2) Singoli titoli azionari, quotati in Borsa e nel Nuovo Mercato.
È importante ricordare che le società, i cui titoli costituiscono il sottostante di opzioni quotate sull'IDEM, non sono in alcun modo coinvolte nell'emissione delle opzioni, ma è la Borsa Italiana a gestire la quotazione e a regolamentare la negoziazione di questi strumenti.
Un'opzione ha come primo elemento di standardizzazione lo strike price, (prezzo di esercizio). Esso indica il prezzo a cui l'investitore, esercitando il diritto incorporato nell'opzione, compra o vende il sottostante, a seconda che sia in possesso di una call o una put.
Esempio:
L'acquisto di una call (di tipo americano) sul titolo Olivetti,
con strike 3,00 implica che entro la scadenza si può esercitare
il contratto, comprando il sottostante con un costo di 3 € per
azione. Se si acquista una opzione put (di tipo americano) sul
titolo Fiat, con strike 30, si ha il diritto di vendere il sottostante
entro la scadenza ad un prezzo di 30 € per azione.
Il prezzo di acquisto e di vendita è pertanto predefinito nel
contratto di opzione.
In generale, le opzioni vengono distinte in funzione della relazione fra il prezzo corrente dell'attività sottostante ed il prezzo d'esercizio.
Così un'opzione call è definita "out of the money" (OTM) se il prezzo d'esercizio è maggiore del prezzo corrente, "at the money" (ATM) se il prezzo d'esercizio è uguale al prezzo corrente, e "in the money" (ITM) se il prezzo d'esercizio è maggiore del prezzo corrente.
La tabella che segue sintetizza le precedenti definizioni:
Opzioni call |
Opzioni call |
|
Strike > prezzo |
"out of the money" |
Strike < prezzo |
Strike = prezzo |
"at the money" |
Strike = prezzo |
Strike < prezzo |
"in the money" |
Strike > prezzo |
l significato economico di un'opzione call "in-the-money" è dato dal diritto per l'acquirente di acquistare, attraverso l'esercizio dell'opzione, il sottostante ad un prezzo inferiore a quello presente sul mercato cash.
Un'opzione call sul titolo S. Paolo-Imi, con stike pari a 17 quando il titolo vale 18 €, è un'opzione in the money; infatti lo stike è inferiore al prezzo corrente del titolo. L'opzione è in-the-money di 1 €.
l significato economico di un'opzione put in-the-money consiste nel diritto per l'acquirente dell'opzione di vendere, attraverso l'esercizio dell'opzione, il sottostante ad un prezzo superiore a quello presente sul mercato cash.
Un'opzione put sull'indice MIB 30, con strike 44.500 e il valore dell'indice pari a 44.000, è in-the-money di 500 punti indice.
A seconda delle modalità di regolamento in caso di esercizio dell'opzione, le opzioni si distinguono in
"cash-settled" o "physical- settled". Nel primo caso, al momento dell'esercizio, avrà luogo un pagamento monetario a favore dell'acquirente dell'opzione, nel secondo, uno scambio fra l'underlying (sottostante) ed il suo valore monetario definito dal prezzo d'esercizio negoziato.
Il diritto di esercitare l'opzione può essere attribuito in tempi diversi. Le opzioni si dividono così in opzioni di stile europeo o americano:
1) Opzioni di stile americano, in cui il diritto incorporato nell'opzione, ovvero acquistare il sottostante nel caso di opzione call e venderlo nel caso di opzioni put, può essere esercitato in ogni momento, prima della scadenza (è il caso delle opzioni su azioni quotate sull'IDEM).
2) Opzioni di stile europeo, per cui l'acquirente può esercitare l'opzione solo alla scadenza del contratto (è il caso delle opzioni sull'indice MIB 30 quotate sull'IDEM).
Le opzioni sono caratterizzate da una scadenza, alla quale (o entro la quale, nel caso di opzioni di stile americano) o vengono esercitate,o scadono senza valore. Le opzioni sulle singole azioni e sull'indice MIB 30 quotate sull'IDEM hanno scadenze mensili e trimestrali (marzo, giugno,
settembre, dicembre). In ciascuna seduta di contrattazione, sono quotate contemporaneamente sei scadenze: le quattro scadenze trimestrali e le due scadenze mensili più vicine.
Per le opzioni su azioni e sull'indice MIB 30 il giorno di scadenza è il terzo venerdì del mese di scadenza.
E' il costo dell'opzione. I compratori di opzioni pagano un premio per avere il diritto di esercitare alla scadenza (entro la scadenza nel caso di stile americano) i contratti stessi. Il premio è il prezzo che viene pagato all'acquisto dell'opzione e che non è restituibile all'investitore, sia che l'opzione venga esercitata o meno.
Esempio:
L''investitore acquista un'opzione put sul
titolo Telecom Italia, scadenza febbraio, strike 13,50. Il
premio dell'opzione è pari a 0,4590 €, e il sottostante (l'azione
Telecom Italia) quota 13,55 €. Poiché un'opzione sul titolo
Telecom Italia, ha un lotto minimo pari a 1.000, occorre
moltiplicare il premio dell'opzione per 1.000, per ottenere il
prezzo complessivo (459 €) che l'acquirente dovrà pagare alla
propria banca per acquistare l'opzione put.
A seconda delle convenzioni di mercato, il premio viene pagato anticipatamente o posticipatamente.
Ad esempio, nel mercato delle opzioni su titoli di Stato il premio è pagato alcuni giorni dopo la negoziazione del contratto, mentre nelle opzioni sul Futures negoziate sul LIFFE di Londra, il premio viene pagato tramite il meccanismo dei margini.
L'esercizio di un'opzione è una facoltà disponibile solo a chi ha acquistato l'opzione, call o put, sia essa di stile europeo o americano e implica la trasformazione della posizione in opzioni in una posizione di acquisto/vendita sul mercato sottostante.
Nel caso in cui un'opzione call venga esercitata, la posizione
contabile dell'investitore cambierà nel seguente modo:
1 febbraio 2002:
acquisto 1 opzione call sul titolo Fiat, prezzo base 27 €,
scadenza febbraio. Prezzo del titolo Fiat: 26,70 €.
16 febbraio 2002:
giorno di scadenza delle opzioni con scadenza febbraio. Prezzo
del titolo Fiat: 28,2 €.
L'investitore esercita l'opzione call, acquistando così i titoli
Fiat ad un prezzo unitario pari allo strike price dell'opzione:
27 €, potendo rivenderli immediatamente a 28,2.
Nel caso di un'opzione put, la posizione dell'investitore cambia nel seguente modo:
1 febbraio 2002:
Acquisto di un'opzione put su Fiat, scadenza luglio, strike 28.
Prezzo del titolo Fiat: 26,70 €.
16 febbraio 2002:
giorno di scadenza delle opzioni con scadenza febbraio. Prezzo
del titolo Fiat: 27,2 €. L'investitore esercita l'opzione put
acquistata, vendendo così i titoli Fiat ad un prezzo unitario di
28 €, pari allo strike price dell'opzione put.
Il valore (o premio) di un contratto d'opzione è composto da due elementi: il valore intrinseco ed il valore temporale.
VALORE INTRINSECO + VALORE TEMPORALE = VALORE DELL'OPZIONE
Il valore intrinseco è facilmente definibile, secondo una semplice formula:
Valore Intrinseco per un'opzione Call = Prezzo del Sottostante - Strike
Il valore intrinseco indica, quindi, di quanto un'opzione è
in-the-money. Solo un'opzione in-the-money ha un valore
intrinseco superiore a zero, viceversa le opzioni at-the-money
oppure out-of-the-money hanno valore intrinseco pari a zero.
Rappresenta, in altre parole, il beneficio finanziario che si ottiene se l'opzione viene esercitata immediatamente, riflettendo la differenza tra prezzo d'esercizio e prezzo di mercato dello strumento.
Il valore temporale rappresenta quanto un investitore è disposto a pagare, oltre al valore intrinseco, nella speranza che il sottostante si muova concordemente con la posizione presa, facendo così aumentare di valore l'opzione detenuta. Il valore temporale, quindi, decrescerà man mano che ci avvicina alla scadenza.
Il valore delle opzioni ATM o OTM, sarà costituito dalla sola componente temporale (dal momento che il loro valore intrinseco è prossimo a zero).
Valore Intrinseco per un'opzione Put = Strike - Prezzo del Sottostante
Se l'indice MIB 30 quota 44.500, l'opzione call con strike 44.300
avrà un valore intrinseco pari a 44.500 - 44.300 = 200 punti indice.
Se il titolo Olivetti vale 2,80 €, un'opzione put con strike 3,00€ avrà il seguente valore intrinseco: 3,00 - 2,80 = 0,20 €.
Un altro esempio può chiarire meglio:
un'opzione call con prezzo pari a 95.00 sul BTP, dato un prezzo corrente spot pari a 100.00 può costare 6.43 euro .
Il prezzo dell'opzione è composto da 5 euro (valore intrinseco dell'opzione) dato dalla differenza tra 100.00 e 95 mentre la parte restante 1.43 euro (6.43 - 5) rappresenta il valore temporale dell'opzione.
Il lotto minimo di negoziazione definisce quante unità del sottostante sono controllate da un unico contratto d'opzione negoziato sul mercato IDEM. Il lotto viene fissato dalla Borsa Italiana.
Il lotto minimo è il "moltiplicatore" che occorre utilizzare per determinare la dimensione di un singolo contratto d'opzione.
Ad esempio, se il lotto minimo relativo all'opzione su Telecom Italia è pari a 1.000, ciò significa che ciascun contratto d'opzione su Telecom Italia, negoziabile sull'IDEM controlla 1.000 azioni
Telecom Italia. Per quanto riguarda il contratto d'opzione sull'indice MIB 30, quotato in punti indice, il moltiplicatore definisce il valore di un punto indice (attualmente è pari a 2.5 € per ogni punto).
La dimensione del contratto è un fattore necessario per calcolare il prezzo finale che l'investitore deve pagare all'acquisto dell'opzione.
Esempio:
l'investitore acquista un'opzione put sul titolo Telecom Italia,
scadenza luglio, strike 13.5. Il premio dell'opzione è pari a
0,4590 €. Al fine di determinare il prezzo dell'opzione su
Telecom Italia, occorre moltiplicare il premio dell'opzione per il
lotto minimo, pari a 1.000, ottenendo un ammontare di 459 €,
che l'acquirente dovrà pagare alla propria banca per acquistare
l'opzione put.